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Per la critica del capitalismo

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Ernesto Screpanti
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per Proteo (6)

Professore, Università di Siena

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Valore e sfruttamento: un approccio controfattuale

Ernesto Screpanti

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Conclusioni

Il modello dell’Utopia del valore-lavoro è risultato utile nella formulazione della teoria qui proposta, perché ha consentito di definire il fattore di sfruttamento nei termini di un rapporto tra due quantità di lavoro, quello comandato dal prodotto netto e quello in esso contenuto. La differenza quantitativa e concettuale tra lavoro comandato e lavoro contenuto viene meno quando scompare lo sfruttamento. Ad ogni modo, ciò che rende veramente utile il modello dell’Utopia non è tanto il fatto che in esso lo scambio avviene ai valori-lavoro. Lo è piuttosto il fatto che i lavoratori interpretino la superiorità di Utopia in termini di assenza di sfruttamento. Volendo, quindi, si può generalizzare la teoria facendo a meno del valore-lavoro anche in Utopia.

Il merito principale dell’analisi controfattuale svolta nella seconda parte di questo saggio risiede nella sua capacità di enucleare alcune caratteristiche fondamentali dello sfruttamento capitalistico. E le caratteristiche enucleate risultano essere due. Una è di tipo economico, ed è la produzione di plusvalore. L’altra è di tipo istituzionale, ed è il contratto di lavoro. La prima crea le condizioni per l’autovalorizzazione del capitale. La seconda crea quelle del comando capitalistico nel processo lavorativo.

Qualsiasi società che abolisca queste due caratteristiche è una società che supera il capitalismo e lo sfruttamento. Cosicché è possibile generalizzare la teoria. Si può leggere il denominatore di Lc/L come una misura del valore del prodotto netto in Utopia, anche ammettendo che in essa le merci non si scambiano ai valori-lavoro. I redditi dei lavoratori possono essere differenziati, ad esempio in funzione delle abilità personali, dell’intensità degli sforzi individuali e delle vocazioni o preferenze lavorative, oppure il reddito netto può essere almeno in parte distribuito e prodotto in base al criterio “a ognuno secondo i suoi bisogni, da ognuno secondo le sue capacità”. Così i valori delle merci in Utopia non dipenderebbero più solo dalle quantità di lavoro contenuto. La formula ci dice ugualmente che, se non deve esserci sfruttamento capitalistico: 1) il profitto deve essere nullo, 2) nessuno potrà vendere il proprio tempo di vita in cambio di un salario. Quando ciò accadrà il valore del prodotto netto sarà uguale a quello della forza lavoro e questa cesserà di essere considerata “forza lavoro”.

 

 

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