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Per la critica del capitalismo

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Joaquín Arriola Palomares
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Professore di economia, Fac. Economia all’Università dei Paesi Baschi, Bilbao

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Le ragioni economiche del conflitto internazionale

Joaquín Arriola Palomares

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7. Struttura dell’OMC

Per capire le ragioni che portano a compiere questo passo bisogna partire dall’analisi dell’evoluzione del commercio estero negli USA.

La bilancia in conto corrente degli USA presentò un deterioramento importante nella bilancia dei beni, a partire dagli anni ’60. Tuttavia la bilancia dei servizi era positiva e nell’ambito dei servizi le entrate per la vendita di tecnologia erano notevoli. Pertanto ci furono alcune vendite positive ed alcuni bonifichi negativi, (guerra del Vietnam e Corea).

Gli USA lasciarono che altri paesi industrializzati diventassero competitivi nel commercio dei beni, ma il settore dei servizi non conosceva concorrenza e la bilancia tecnologica non era paragonabile con nessun altra.

Alla fine degli anni ’80, cominciò un periodo di rivoluzione tecnologica che attualmente ha un peso economico crescente, nei servizi ad alto valore aggiunto e in quello delle merci non materiali.

I cambiamenti tecnologici e strutturali nella bilancia di pagamenti determinarono il contenuto delle negoziazioni del 1986, nel round Uruguay. In questo Round i distinti blocchi economici presentarono distinte agende di negoziazione

Bisogna anche tenere in conto che il GATT contemplava negoziazioni solo riguardo i prodotti agricoli, i servizi ne erano esclusi.

Obiettivi dei principali gruppi o blocchi economici nella 2ª metà degli anni 80:

a, Gli USA erano interessati a essere i primi esportatori nel commercio internazionale dei cereali, erano anche interessati ad aprire un processo di negoziazione che includesse i servizi e la loro liberalizzazione, avendo un vantaggio notevole in questo settore.

b, La UE, aveva interesse a liberalizzare i servizi ma non il mercato agricolo.

c, Il Giappone era interessato a sviluppare una cornice di negoziazioni che liberalizzasse i servizi, inoltre voleva evitare che gli altri blocchi entrassero in una spirale protezionistica.

d, I paesi sottosviluppati erano interessati a liberalizzare il commercio di prodotti, a riuscire ad eliminare il sistema protezionistico per il settore tessile e avevano anche un interesse particolare nel miglioramento delle misure eccezionali stabilite dal GATT, che permettevano ai paesi sviluppati di non firmare alcuni accordi di riduzione doganale.

Le contropartite a questi obiettivi furono le seguenti:

a, La UE doveva fare un maggiore sforzo nella liberalizzazione del settore agricolo.

b, I paesi sottosviluppati erano quelli che dovevano fare il maggiore sforzo nella liberalizzazione dei servizi, perché i servizi tra paesi sviluppati erano già molto avanzati.

c, Gli USA erano il paese che aveva minori difficoltà nell’offrire contropartite. La sua agricoltura era meno protetta di quella europea e solo il settore tessile doveva offrire una maggiore contropartita.

Il Round Uruguay fu una complessa negoziazione di tre fattori:

- Riduzione del protezionismo agricolo.

- Riduzione del protezionismo tessile nei paesi sviluppati.

- Base per la liberalizzazione dei servizi, cosa che non si poteva fare in ambito GATT e che rese necessaria la creazione di un nuovo organismo, l’OMC, oltre al fatto che il GATT non aveva la capacità di imporre ai paesi il compimento di quello che veniva pattuito.

Siccome il settore dei servizi era il più protetto nei paesi sottosviluppati, i quali opposero una maggiore resistenza alla loro liberalizzazione, era necessario un organismo con una certa autonomia che potesse imporsi di fronte a questi.

La negoziazione all’interno del Round Uruguay, dopo vari anni, diede luogo ad un’evoluzione relativamente importante. I paesi sviluppati che prima del Round Uruguay avevano una tariffa media all’importazione del 3’6, dopo il round passarono al 3’9, dal 20% al 40 %. Nei paesi sottosviluppati ci fu anche una piccola riduzione del contrabbando di prodotti provenienti dall’estero.

Questa evoluzione, dal punto di vista del resto dei paesi sviluppati non ha una grande importanza. In Spagna, queste negoziazioni non ebbero molta importanza rispetto all’ingresso nella UE. Nel 1986 l’apertura spagnolaall’Europa presuppose un importante calo dei dazi. Con il round Uruguay, calò di un punto, ma è molto meno di quanto comportò l’incorporazione nella UE.

La Spagna aveva aumentato le barriere protezionistiche agricole. L’adesione alla UE comportò una riduzione di tali protezioni, ma queste si attesarono all’8 percento, che è una percentuale molto maggiore di altri paesi. Nella pratica si ebbe un’importante riduzione ma si mantenne un elevato protezionismo agricolo.

In quanto al protezionismo tessile il dazio medio presentava grandi differenze. Da una parte, la produzione tessile era sottoposta all’Accordo Multifibre, che era illegale e che stabiliva un meccanismo di contingentamento (limitazione alle quantità da importare), non protezionista, che, in realtà,costituiva un elevato protezionismo industriale da parte dei paesi sviluppati.

L’accordo al quale si arrivò nel Round Uruguay, prevedeva che i termini di questo si estinguessero, in forma progressiva, tra il 1995 e il 2005, liberalizzando in primo luogo quelle partite di prodotti meno importanti dal punto di vista della produzione interna dei paesi sottosviluppati. In cambio della liberalizzazione del tessile, i paesi sottosviluppati si videro obbligati ad accettare la costituzione dell’OMC, cioè a negoziare la liberalizzazione del settore dei servizi. E alcune attività del settore dei servizi sono quelle in cui i paesi sottosviluppati hanno possibilità di sfruttamento, per esempio il turismo.

Un’altra questione che riguarda il settore dei servizi è la possibilità di non pagare i diritti d’autore nella riproduzione di dischi, videocassette, fotografie, etc.

Uno dei compromessi dell’OMC è stato quello di obbligare i paesi sottosviluppati a pagare questi diritti d’autore e proibire la falsificazione illegale del Software. Il costo che avrebbe per le imprese di quei paesi sarebbe molto elevato.

Nella negoziazione finale sull’OMC tra il 1993 e il 1994, sotto la pressione dei gruppi ecologisti si aggiunse un’area di lavoro dedicata ad analizzare l’impatto della liberalizzazione del commercio nell’ecosistema.

Un altro dei punti che si volle introdotto fu quello della Clausola Sociale. Il fatto che in alcuni paesi non si proibisse il lavoro minorile o lo schiavismo, o lavoro non remunerato, facilitava la vendita dei prodotti di quei paesi, sul mercato mondiale, a prezzi molto bassi, si tratta di ciò che è conosciuto come DUMPING sociale, che consiste nel vendere un prodotto ad un prezzo minore del costo di produzione. Quest’argomento non fu introdotto nell’OMC a causa dell’opposizione di alcuni paesi sottosviluppati, soprattutto asiatici, e soprattutto a causa dell’opposizione delle multinazionali che utilizzano questo tipo di lavoro per ottenere bassi prezzi di produzione. Per esempio: l’80% delle scarpe sportive si fabbricano in Cina sfruttando il lavoro infantile.

Per il futuro si prospetta l’affermazione di questa nuova organizzazione che, come è stato dimostrato nell’ultima riunione a Cancun, non ha la necessaria trasparenza e perfino legittimità davanti agli occhi di molti governi e paesi del Terzo Mondo.