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Sergio Cararo
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Una inquietante riforma ormai alle porte. Le trappole del federalismo
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Una inquietante riforma ormai alle porte. Le trappole del federalismo

Sergio Cararo

Quale sarà il volto delle istituzioni locali e nazionali nei prossimi mesi? Il “federalismo dall’alto” sta disegnando la nuova mappa dei poteri. Le conseguenze già oggi visibili sono la nascita di un blocco di potere fondato su amministratori, managers del terzo settore e tecnocrati, l’aumento della divaricazione tra Nord e Sud, lo smantellamento dei servizi sociali locali ed un vertiginoso aumento della tassazione. Altro che sussidiarietà e partecipazione dei cittadini alle scelte di governo!! Dietro il “mito delle Regioni e delle municipalità” incombono gli “spiriti” di Maastricht, del mercato... del Profit State.

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3) Finanziaria ‘99 : Viene concessa la facoltà alle regioni di variare l’aliquota Irap. Le modifiche devono essere tali da garantire il medesimo gettito derivante dai contributi per il Servizio Sanitario Nazionale. Viene introdotto il Patto di Stabilità interno. Regioni ed enti locali devono concorrere a raggiungere gli obiettivi di finanza pubblica (riduzione del deficit etc.). Come già previsto, nel biennio ‘98-’99 il personale dovrà essere ridotto dell’1,5% ed un ulteriore riduzione dell’1% viene fissata per il 2000.

 

4) Finanziaria 2000 : Si apre il contenzioso sulla quota di compartecipazione Irpef per le Regioni (non inferiore all’1,5%) e all’IVA (in misura non superiore al 20%). Con il passaggio dalla tassa alla tariffa per i rifiuti, sul costo del servizio graverà anche una IVA al 10%.

Il contenuto di maggior rilievo è l’attuazione del Patto di stabilità interno. Gli enti locali che raggiungeranno gli obiettivi di bilancio verranno premiati. Regioni ed enti locali dovranno ridurre i disavanzi dello 0,1% del PIL programmato. Gli enti che sforano nell’anno questo obiettivo, l’anno successivo dovranno recuperare altri 1.000 miliardi di lire. Nel 2001 scatterà un’altra riduzione del personale non inferiore all’1% di quello in servizio al 31 dicembre 1997.


* i dati sulle Province e i Comuni subiranno nel 2000 ulteriori modifiche a causa del passaggio allo Stato del personale attualmente in servizio nelle scuole. Parallelamente, i dipendenti degli Uffici di Collocamento (Ministero del Lavoro) dovrebbero passare alle Province.

 

 

“ Il vero problema del Patto di stabilità” sostiene Montemurro “è che può condizionare davvero pesantemente la realizzazione di scelte d’investimento dei comuni e province nel caso in cui non sia assicurata una stabile compartecipazione al gettito dei principali tributi erariali”.

I primi effetti del federalismo dall’alto sono dunque ben visibili : riduzione del personale, aumenti delle imposte e delle tariffe dei servizi in gestione, tagli alle spese sociali (inclusa la sanità) per poter star dentro i vincoli di bilancio previsti dal micidiale Patto di stabilità interno.

Di fronte a tale realtà cominciano a emergere tra gli amministratori locali - di destra o di sinistra - serissime preoccupazioni di “immagine” tra le quali la più esplicita è quella di apparire come dei gabellieri per conto del governo e dello Stato centrale. “Finchè il peso del prelievo dello Stato centrale rimarrà così forte, ogni possibile incremento delle amministrazioni verrà criticato. Di fatto diventa impossibile” sostiene Walter Vidali (ex sindaco di Bologna) responsabile DS per gli enti locali. “Si constata, ancora una volta, che le Province vengono fatte apparire come Enti responsabili di aumento del carico fiscale/locale senza neppure avere a disposizione le connesse maggiori risorse” commenta un documento dell’Unione delle Province Lombarde. “Gli enti locali sono destinati a diventare sempre più dei gabellieri dello Stato, essendo costretti ad imporre ulteriori tasse ai cittadini per poter fornire i servizi essenziali” lamenta l’on. Mario Valducci, responsabile dei Forza Italia per gli enti locali.