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PER LA CRITICA DEL CAPITALISMO

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RUY BRAGA, PAULO ROBERTO MARTINS
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La Nanotecnologia nella semi-periferia capitalista: la necessità della regolazione statale sotto controllo popolare

RUY BRAGA, PAULO ROBERTO MARTINS

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1. Introduzione Il presente articolo riassume i principali risultati della ricerca realizzata dalla Rete di Ricerca in Nanotecnologia, Società e Ambiente (Renanosoma) durante gli anni 2005 e 2006 rispetto allo sviluppo recente e alle prospettive della nanotecnologia negli Stati brasiliani di São Paulo, Minas Gerais e Distretto Federale.1 Vogliamo con ciò ripercorrere il processo di costituzione delle nanotecnologie e la prospettiva futura, secondo i segmenti sociali intervistati; e identificare la comprensione di ogni segmento sociale investigato quanto alle relazioni tra nanotecnologia, società e ambiente, per quanto riguarda gli impatti socio-ambientali generati dall’adozione di questa tecnologia. Le informazioni raccolte per questa ricerca sono state captate insieme alle leadership di cinque principali settori coinvolti direttamente o indirettamente con la nanotecnologia in Brasile, cioè: • ricercatori coinvolti nella produzione di nanoscienza e nanotecnologia in Brasile, denominati “accademici” (A); • dirigenti e quadri tecnici del settore della scienza e della tecnologia, ambiente e gestione strategica nell’ambito dell’apparato dello Stato in Brasile, denominati “politiche pubbliche”; • imprenditori che investono in nanotecnologia e associazioni imprenditoriali brasiliane, denominati “imprese”; • entità non-governative che agiscono nella difesa di interessi diffusi della Società civile, denominati “ONG”; e sindacalisti brasiliani e entità di assistenza sindacale, denominati “sindacati”2.

Vi è stata convergenza sulla necessità di una certa regolazione, ma sono emerse divergenze su come essa deve essere realizzata e su chi debba assumersi tale responsabilità. Si è anche riconosciuta la possibilità di un impatto in varie aree, con divergenze sulla sua estensione e intensità in alcune aree come l’impiego, l’obsolescenza, i prezzi e la tossicità. Si è anche verificato che la nozione di rischio e l’applicazione del principio della precauzione sono eterogenee e meriterebbero un maggiore approfondimento del dibattito. Gli Stati di São Paulo, Minas Gerais e Distretto Federale hanno un ruolo importante anche in relazione a questo aspetto dello sviluppo della nanotecnologia in Brasile. Partecipano a questo progetto molti scienziati delle più diverse reti di ricerca in nanotecnologia con attività in questi Stati, i quali hanno fornito il loro contributo al dibattito con il pubblico non-specialista durante i diversi Programmi realizzati nel 2007 e 2008. Le prospettive future della nanotecnologia qui indicate risultano dalla visione dei cinque segmenti sociali intervistati sui possibili impatti delle nanotecnologie negli Stati di São Paulo, Minas Gerais e Distretto Federale con l’utilizzo delle seguenti domande: 1 Qual è l’importanza della nanotecnologia per la economia brasiliana? 2 Quali potrebbero essere le applicazioni della nanotecnologia nei diversi settori dell’economia? 3 Secondo lei, quali potrebbero essere le principali motivazioni per giustificare gli investimenti nella nanotecnologia?

La applicazione di alcuni risultati potrà avvenire entro pochi anni; in altri casi sarà più remota, come succede nel panorama internazionale. Nonostante rappresentino una grande occasione di generazione di prodotti e applicazioni, alcune attività come la nano-fabbricazione sono attualmente limitate all’ambiente accademico, in alcune Università e centri di ricerca che fanno ricerca e sviluppo di tecniche di fabbricazione, analisi e applicazioni in dispositivi elettronici, sensori, staccionate, canali per fluídica e membrane.3 I gestori di S&T legati a quest’area della conoscenza e i ricercatori coinvolti nella produzione della nanotecnologia e della nanoscienza non sono quasi mai originari delle scienze esatte e biologiche. I documenti prodotti da questi professionisti contribuiscono scarsamente alla produzione scientifica e alla sua relazione con le possibili applicazioni industriali. Questi documenti non contengono nessun riferimento alle preoccupazioni relative alle relazioni tra nanotecnologia, società e ambiente. È all’interno della società e dell’ambiente che si materializzeranno le conseguenze della adozione di questa tecnologia, ed è dovere delle scienze umane studiarle. La qualità delle risposte ottenute nelle interviste dipende in gran parte dal livello di conoscenza e obiettività degli intervistati. Così, alcune interviste possono essere considerate molto chiarificatrici, mentre altre sono meno interessanti per gli obiettivi della ricerca. 2. Alcune considerazioni per macrotopici Mercato - Tutti riconoscono che la nanotecnologia sarà importante per la economia brasiliana. Questo riconoscimento è stato fatto in maniera differenziata dai segmenti sociali intervistati, così come il riconoscimento del suo impatto. Non si è avvertita una disinformazione totale sull’importanza e sulle conseguenze della nanotecnologia per l’economia brasiliana. Le risposte dei segmenti sociali intervistati indicano un’opzione non strettamente neoliberista, nella misura in cui attribuiscono un ruolo importante allo Stato nello sviluppo della nanotecnologia in Brasile. Nonostante il mercato sia importante, non è esso che deve decidere esclusivamente il suo sviluppo. Lo Stato deve essere coinvolto nella formulazione di una politica della nanotecnologia, a partire dal fatto che questo è uno dei suoi compiti nella società e nella economia brasiliane. Ciò che varia riguarda i limiti di questo coinvolgimento. C’è consenso anche sul fatto che lo Stato deve essere l’organo di finanziamento della ricerche. La questione da sviluppare qui riguarda quali organi dello Stato debbano finanziare queste ricerche e quali le priorità da attribuire all’applicazione di queste risorse. Quanto alle motivazioni per gli investimenti nelle ricerche, sono identificate come relazionate alle ragioni di Stato, della iniziativa privata, della società e dello scienziato da un punto di vista individuale. Ciò in un’ampia diversità di opinioni sul tema tra i segmenti intervistati. L’importanza dei problemi nella esecuzione dei progetti sulle nanotecnologie è grande, il che indica che molto lavoro deve essere fatto affinché tali progetti possano essere condotti a buon fine. La discussione e l’accordo tra i vari settori potrebbe eliminare vari di questi problemi; altri sono necessariamente legati alle decisioni politiche che la società e i governi dovranno adottare affinché tali problemi siano risolti.

Regolazione/partecipazione - L’unico accordo riscontrato su questo macrotopico è che la regolazione è necessaria, dato che la nanotecnologia comporta una serie di aspetti specifici che giustificano questa regolazione. Nel frattempo, il processo di costituzione di questa regolazione, con la possibile formazione di un organo specifico o con la attribuzione di questa regolazione a organi già esistenti, aspetti come la struttura, composizione, coinvolgimento, potere di deliberazione, dovrà essere debitamente discusso per i segmenti intervistati. Ciò sarà un processo complesso e lungo, il che rende fondamentale che inizi il più presto possibile.

Conseguenze - I segmenti intervistati dimostrano tutti di essere attenti all’eventuale impatto della nanotecnologia in termini di impiego, obsolescenza, prezzi e tossicità, anche se in maniera eterogenea4. Sanno che le conseguenze saranno differenti quando originate dalla nanotecnologia incrementale o disruptiva. Riportano presupposti differenti per ciò che riguarda i rischi delle nanotecnologie: in generale, alcuni considerano questi rischi relazionati allo sviluppo economico, mentre altri li collegano ai rischi per la salute o l’ambiente. Qui vi è una divergenza e si rende necessaria una discussione tra i diversi segmenti, affinché i principi adottati siano comuni e ciò permetta azioni comuni. Lo stesso accade per quanto riguarda il principio di precauzione. Ci sono punti di vista differenziati sia nei termini della subordinazione di questo principio allo sviluppo della S&T o, esattamente al contrario, per chi pensa che è lo sviluppo della S&T che deve essere subordinato a questo principio. Anche qui un dibattito esaustivo sarebbe necessario per arrivare a un punto di vista comune. Quanto alla massimizzazione dei benefici e alla minimizzazione dei rischi, il giudizio è che ciò è possibile, per vie distinte non escludenti, il che non elimina le discussioni necessarie tra i diversi segmenti. In sintesi, il giudizio su quali siano i rischi e se il principio di precauzione debba essere subordinato o no allo sviluppo della S&T dovranno essere due degli aspetti cruciali da discutere affinché tutti i segmenti possano giungere ad un accordo sulle modalità dello sviluppo della nanotecnologia in Brasile.

Comunicazione - In relazione alle questioni formulate in questo blocco, si è verificato che praticamente non ci sono state discordanze sostanziali, poiché la maggioranza degli intervistati ha considerato fondamentale il ruolo della comunicazione nella spiegazione al pubblico delle possibili conseguenze positive e negative delle nanotecnologie. In relazione alla questione della possibilità che si ripetano polemiche simili a quelle esplose in occasione della diffusione delle biotecnologie, si pensa che ciò avverrà, ma che ciò deve accadere in una forma più tranquilla. Quanto alla possibilità che le decisioni sullo sviluppo delle nanotecnologie siano prese dal basso verso l’alto, sono state identificate differenti prospettive, da coloro che la giudicano impossibile fino a chi la crede possibile all’interno di una politica industriale più ampia. Tra queste due posizioni, si possono osservare punti di vista che condizionano l’adozione di queste decisioni al coinvolgimento pubblico, ma è stato sottolineato anche il peso delle decisioni del grande capitale nel far valere i propri interessi.

Principi etici - Quanto al principio di precauzione, si giudica che esso debba essere applicato alle ricerche. La differenza tra i diversi segmenti sociali intervistati si manifesta nella aggettivazione relativa alla applicazione di questo concetto. Ciò vuol dire che tutti accettano il principio, ma qualificano la sua applicazione, ed è qui che le differenze si esplicitano tra i segmenti sociali intervistati. È stato indicato che il principio di precauzione deve essere applicato con prudenza, cautela, equilibrio, in maniera da non “ostacolare la scienza”. In relazione al tema della socializzazione dei risultati delle ricerche realizzate con risorse pubbliche, vi sono giudizi differenziati tra i gruppi sociali intervistati. Per il sindacato, ciò è possibile mediante le politiche pubbliche; per le imprese, ciò avverrà in forma indiretta e per prodotto. Per gli accademici, questa socializzazione avviene attraverso la formazione delle risorse umane; invece per il segmento delle politiche pubbliche, non sarà attraverso la S&T che ciò avverrà ma attraverso la politica della distribuzione del reddito. In termini minoritari, alcuni rappresentanti del segmento degli accademici indicano che non c’è relazione tra risorse pubbliche e socializzazione dei risultati delle ricerche. Invece le ONG indicano che non esiste alcuna possibilità che ci sia una tale socializzazione dei risultati delle ricerche con risorse pubbliche. Le conclusioni in relazione a questo macrotopico dell’etica sono che, in gran parte, il concetto di etica che gli intervistati rivelano nel loro insieme è molto prossimo al senso comune, confondendolo con ciò che è legale, morale, dilemma tra aspetti positivi e negativi, rischio di perdita di opportunità di sviluppo tecnologico per il paese, facendo dell’etica una analisi dei costi vs benefici, coerentemente con Jean Pierre Dupuy (2006b), quando considera che: “Un primo errore da denunciare è quello che consiste nel confondere etica e prudenza, e nel considerare la “prudenza” come una gestione razionale del rischio.” Il novanta per cento delle relazioni, articoli o libri che ho potuto consultare su questo tema commettono tale errore. Poiché è un errore tanto grave quanto quello che commetterebbe un fisico che non facesse alcuna differenza tra massa e peso. È un errore serio trattare questioni etiche in termini di bilancia tra costi e benefici, ossia ridurre l’etica a una specie di calcolo economico ampliato. Nei due piatti della bilancia si collocano i benefici che si spera di ottenere dal progresso tecnologico ed economico e, nell’altro, i costi. L’incertezza riguarda più il secondo piatto che il primo ed è, evidentemente, in termini di rischio che lo interpretiamo. Così, questa visione del senso comune dell’etica ha poco a che vedere con i suoi veri fondamenti. Non sono state osservate nelle risposte degli intervistati le differenze esistenti tra etica e morale, così esplicitate da Rosas (2002): 1) L’etica è un principio, la morale riguarda aspetti di condotte specifiche; 2) L’etica è permanente, la morale è temporanea; 3) L’etica è universale, la morale è culturale; 4) L’etica è una regola, la morale è la condotta di una regola; 5) L’etica è teoria, la morale è pratica. Possiamo anche sottolineare che maggioritariamente non vi è stato lo stabilimento della relazione tra potere ed etica, nella misura in cui i topici che comprendono questa questione non sono stati affrontati nelle interviste. Tra questi possiamo citare: • Chi controllerà la tecnologia atomica? • Chi avrà il potere di usare questa tecnologia? • Per fare cosa? • Chi ne sarà beneficiato e chi ne sarà danneggiato? • Come si determinerà la progettazione di questa ricerca e chi finanzierà le tecnologie convergenti?

Intendiamo che i diversi segmenti sociali intervistati si differenziano in quanto al giudizio su cosa sia l’etica e sulle domande poste dalle nanotecnologie. Questa prima ricerca esplorativa su nanotecnologia, società e ambiente, realizzata negli Stati di São Paulo, Minas Gerais e Distretto Federale durante gli anni 2005 e 2006, presenta le visioni di cinque segmenti sociali intervistati con importanti punti di convergenza e divergenza. Nella misura in cui la nanotecnologia è un tema nuovo nel panorama internazionale e brasiliano, ancora non esiste una produzione sociale di conoscenza e riflessione accumulata, così da costituire un contesto significativo che renda possibile un amplio e consolidato consenso tra i segmenti sociali intervistati. Riassumendo, lo sviluppo recente della nanoscienza e della nanotecnologia in Brasile si caratterizza per essere concepito e realizzato dallo Stato, e presenta le seguenti caratteristiche generali: • esclusione della partecipazione e del controllo sociale; • nuove tecnologie, innovazione, competitività, crescita economica conducono necessariamente a più benessere sociale; • non si può “perdere il tram della storia” della nanotecnologia e/o mettere in discussione questa evoluzione tecnologica. È in questo contesto che i cinque segmenti sociali selezionati si esprimono sulle relazioni tra nanotecnologia, società e ambiente, per mezzo delle questioni che compongono i macrotopici.

Nonostante i differenti interessi che ognuno dei segmenti sociali intervistati rappresenta, non si è constatata nessuna visione che considerasse l’ipotesi che la nanotecnologia sia portatrice di un qualche tipo di minaccia che si potrebbe configurare come una catastrofe sociale o ambientale. Alla presenza di posizioni considerate come “nano-ottimiste” non corrisponderebbe una controparte “nano-pessimista”. Ciò perché ci sono coincidenze di pensiero tra i segmenti sociali intervistati su molti temi, come la importanza della nanotecnologia per l’economia brasiliana, la partecipazione dello Stato allo sviluppo di questa tecnologia in quanto organo di formulazione di politiche e finanziatore delle ricerche. Le divergenze rimangono sul campo del come fare, del perché fare, i problemi nel fare e nel non fare, nella ampiezza e nei limiti delle azioni dello Stato in relazione allo sviluppo della nanotecnologia in Brasile. Quanto alla questione della regolazione, sono state identificate importanti posizioni divergenti tra i segmenti sociali intervistati: gli accademici la rigettano in maniera integrale, non ammettendo l’esistenza della regolazione e di un qualsiasi organo preposto a tale scopo, al contrario di tutti gli altri. Ciò in qualche maniera indica la confusione esistente in questo segmento sulla regolazione per quanto riguarda scienza e tecnologia, una volta che si suppone che la regolazione deve riguardare tanto la nanoscienza quanto la nanotecnologia, e non solo questa ultima. Tra i segmenti sociali intervistati che ammettono la regolazione come necessaria, la divergenza comincia ad apparire quando si propone l’esistenza o meno di un organo specifico per controllare la nanotecnologia. I segmenti sociali delle politiche pubbliche e delle ONG sono favorevoli alla esistenza di questo organo; invece i segmenti delle imprese e dei sindacati non sono favorevoli alla regolazione della nanotecnologia per mezzo di un organo specifico. La questione relativa alla composizione di un possibile organo regolatore anche suscita della divergenze tra diversi segmenti sociali. Mentre per gli accademici i componenti di questo organo di regolazione dovrebbero essere esperti di nanotecnologia, per le ONG vi è la necessità che tutti siano chiamati a decidere, poiché contestano la “neutralità scientifica auto-attribuita” e il “monopolio del sapere” da parte degli accademici. Due questioni relative al blocco delle conseguenze della nanotecnologia indicano che ci sono divergenze tra i vari segmenti sociali intervistati. La prima si riferisce al giudizio di cosa sia il rischio insito nella applicazione della nanotecnologia. Per i segmenti sociali degli accademici, politiche pubbliche e imprese, il rischio è considerato come una continuità della legge universale seconda la quale ogni sviluppo scientifico e tecnologico implica rischi per l’essere umano e per l’ambiente. Ma per questi segmenti il rischio assume anche un secondo significato, che è il rischio di rimanere fuori da questo sviluppo della nanoscienza e della nanotecnologia, perdendo, così, il “tram della storia”. Dato il processo di accelerazione della tecnoscienza, tale espressione non rende giustizia al ritmo degli avvenimenti (vedere CHESNAIS e SAUVIAT, 2005). Invece per i segmenti sociali delle ONG e dei sindacati, il rischio è inteso come rischio per la salute umana, l’ambiente, le libertà individuali, la disoccupazione e l’aumento del potere militare. In questo caso, i riferimenti non sono l’economia e il progresso ma gli elementi anteriormente citati. La seconda questione da specificare è relativa al principio di precauzione. Per i segmenti degli accademici e delle imprese, il principio di precauzione è inteso come una minaccia allo sviluppo delle ricerche. Invece per i segmenti sociali delle ONG e dei sindacati è lo sviluppo della nanoscienza che deve essere subordinato al suddetto principio che non rappresenta affatto un limite. Per quanto riguarda la questione della comunicazione l’unico punto di divergenza tra i segmenti riguarda la possibilità di adottare o meno decisioni dal “basso verso l’altro” per quanto riguarda lo sviluppo della nanotecnologia in Brasile. Per accademici e politiche pubbliche, è molto difficile che ciò possa accadere considerando la forma di organizzazione della società brasiliana; invece per sindacati e ONG, ciò è possibile nella misura in cui esista un flusso di informazioni e organizzazione della società, che dovrà partecipare, per esempio, ad una politica industriale con uno spazio di discussione multipartito e con altre politiche pubbliche che coinvolgano la nanotecnologia. Il tema dell’etica indica che ci sono state molte difficoltà di tutti i segmenti intervistati ad esprimersi. C’è una predominanza nella realizzazione di analisi relative al costo versus beneficio (equilibrio, aspetti positivi versus negativi, etc.) ed a accomunare ciò all’etica. Anche le risposte in questo blocco sono state quelle più prossime al senso comune, se comparate a quelle degli altri macrotopici. 3. Considerazioni finali Tutte le raccomandazioni sotto indicate si devono intendere come progetti che conformano il Programma Nazionale della Nanoscienza e della Nanotecnologia all’interno del Piano Pluriennale brasiliano 2008-2011, essendo stato approvato dal Parlamento brasiliano nel 2007. Questi progetti devono necessariamente essere di carattere multidisciplinare intesi come comprensivi della scienze biologiche, esatte e umane, con partecipazione popolare e controllo sociale, soprattutto delle organizzazioni dei lavoratori, diversamente dal giudizio egemonico attuale stretto di cosa sia multidisciplinare nella nanotecnologia, coinvolgendo i quadri tecnici e gli scienziati delle aree delle scienze biologiche, fisiche, chimiche e ingegneristiche. Deve essere stimolata la formazione di una Rete di ricerca in nanotecnologia oriunda delle scienze umane in dialogo permanente con le organizzazioni della Società civile, specialmente con i sindacati, poiché questa è l’unica prospettiva che ancora non è presente nella struttura creata con risorse pubbliche per sviluppare la nanoscienza e la nanotecnologia in Brasile. Senza la presenza di conoscenze provenienti dalle scienze umane e dalla società civile organizzata, lo sviluppo della nanotecnologia in Brasile non si realizzerà a contento. Lo Stato deve essere coinvolto nella formulazione di una politica della nanotecnologia. La raccomandazione è quella di realizzare un processo di informazione, discussione e deliberazione pubblica coinvolgendo tutti gli attori sociali interessati al tema, per definire i limiti della partecipazione dello Stato allo sviluppo della nanoscienza e della nanotecnologia in Brasile. Ciò significa invertire la concezione attualmente egemonica della esclusione della partecipazione e del controllo sociale sulle attività di S&T in Brasile. Questo è uno dei temi di maggiore importanza per lo sviluppo della nanotecnologia in Brasile, e di maggiore complessità e conflitto per quanto riguarda la formazione o meno di un organo specifico di regolazione, le sue attribuzione, struttura, composizione, potere decisionale. La raccomandazione è quella di realizzare un progetto di medio termine (come minimo cinque anni) con gli obiettivi di informare, discutere, deliberare con la partecipazione pubblica di tutti i segmenti sociali interessati, il cui prodotto finale sarà la costruzione di una cornice legale sulla questione. Non ci sarà un accordo solidamente costruito in termini di sviluppo della nanotecnologia in Brasile senza che due questioni siano oggetto di produzione di conoscenza e discussione pubblica con tutti gli attori sociali interessati al tema. I temi indicati sono rischio e principio di precauzione. Questi due temi prevedono attualmente differenti punti di vista e, affinché si possa ottenere un giudizio ampiamente condiviso dalla grande maggioranza degli attori coinvolti nello sviluppo delle nanotecnologie in Brasile, occorre che si facciano progetti di ricerca, informazione e discussione pubblica sul tema, i quali producano le basi necessarie a un giudizio tematico comune. La questione della comunicazione è stata quella che ha presentato la maggiore affinità di giudizio, poiché il processo di informazione sulla nanotecnologia verso il grande pubblico è stato definito come fondamentale. Qui la suggestione è che il Programma Nazionale di Nanoscienza e Nanotecnologia contempli, nel suo inserimento nel Piano Pluriennale brasiliano 2008/2001, progetti intitolati Coinvolgimento Pubblico nella Nanotecnologia, con l’obiettivo di informare e discutere con il pubblico non specialista. Ciò dovrà essere fatto utilizzando i diversi media (radio, TV, web TV, internet, video, pubblicazioni, ecc). La questione etica è qui considerata la principale di queste raccomandazioni. Date le ampie conseguenze che ci si aspetta dalle nanotecnologie nella Società brasiliana, occorre che la produzione della nanoscienza e della nanotecnologia avvenga secondo principi étici che devono essere discussi e assunti da tutti i segmenti sociali. In questo campo, la filosofia e la storia della scienza e la sociologia della conoscenza devono contribuire molto affinché le questioni etiche siano inserite dai vari attori sociali interessati allo sviluppo della nanoscienza e della nanotecnologia in Brasile. La proposta è quella della elaborazione di corsi su questa tematica dell’etica, da offrire ai diversi segmenti sociali, principalmente quelli che stanno producendo nanoscienza e nanotecnologia, a quelli che stanno realizzando politiche pubbliche nell’area, ai dirigenti delle imprese e delle associazioni di imprese interessate, oltre che al corpo direttivo e tecnico delle ONG e dei sindacati. Soprattutto, un corso di formazione al pubblico non specialista deve essere prodotto per il suo inserimento nei progetti di coinvolgimento pubblico nelle nanotecnologie. Non è possibile comprendere il processo di sviluppo della nanoscienza e della nanotecnologia in Brasile senza conoscere questo processo negli Stati che sono stati indagati (São Paulo, Minas Gerais e Distretto Federale). Bisogna assegnare la dovuta importanza alla Rete socio-tecnica che si è costituita in questi tre Stati, alle sue azioni dentro e fuori dal laboratorio, affinché si possa comprendere in maniera integrale questo processo di sviluppo. Seguendo la tendenza nazionale, le aree coinvolte sono quelle delle scienze esatte e biologiche. La interdisciplinarietà è intesa come attuata tra la chimica, la fisica, la biologia e le scienze ingegneristiche, essendo patente l’esclusione delle scienze umane nell’ambito dei progetti di questo campo. Le prospettive future dell’importanza delle nanotecnologie per l’economia brasiliana sono viste come promettenti da tutti i segmenti intervistati, anche se con differenti enfasi - più o meno ottimiste - e a differenti livelli di analisi (incrementale versus rivoluzionaria e globale versus locale), indicando che queste tecnologie potrebbero addirittura contribuire a evitare l’aumento del “gap” tecnologico tra Brasile e paesi sviluppati. Tutti i segmenti intervistati sono stati in grado di identificare settori della economia brasiliana nei quali le nanotecnologie dovrebbero sviluppare la loro presenza, oltre a varie indicazioni sui loro usi specifici che vanno dall’aumento della “performance” del prodotto alla diminuzione del consumo di energia, all’aumento della competitività dell’industria e del paese nel suo complesso. L’importanza degli Stati di São Paulo e Minas Gerais quanto al numero di imprese che vogliono lanciare prodotti nanotecnologici sul mercato brasiliano può essere compresa considerando che delle 49 imprese identificate in Brasile, 34 di queste sono localizzate nello Stato di São Paulo, 3 nel Minas Gerais e una nel Distretto Federale con un totale di 38 imprese che rappresentano circa il 78% di queste imprese. Solo lo Stato di São Paulo arriva circa al 69% del totale. I risultati della ricerca indicano che lo sviluppo della nanotecnologia in Brasile riproduce in maniera amplificata lo sviluppo economico brasiliano, nel quale si è verificata una grande concentrazione di industrie nello Stato di São Paulo e nel Sudeste. Ossia, si tratta di un modello di sviluppo che riproduce le diseguaglianze tipiche del capitalismo semi-periférico vigente nel paese. Questa situazione potrà essere trasformata solo se le forze sociali e politiche progressiste brasiliane, assieme ai sindacati e alle ONG, riusciranno a imporre allo Stato una strategia di regolazione sociale della micro tecnologia capace di combinare controllo sociale e responsabilità ambientale.

Riferimenti bibliografici

BERUBE, D. Nano-Hype. Nova Iorque: Prometheus Books, 2005. BRAGA, R. A nostalgia do fordismo. São Paulo: Xamã, 2003. CHESNAIS, F. e SAUVIAT, C. O financiamento da inovação no regime global de acumulação dominado pelo capital financeiro. In: LASTRES, H. M. M. e CASSIOLATO, J. E. e ARROIO, A. Conhecimento, sistemas de inovação e desenvolvimento. Rio de Janeiro: Editora UFRJ/Contraponto, 2005. DUPUY, J.-P. The mechanization of the mind. Princeton: Princeton University Press, 2000.


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Tecnologia atômica: a nova frente das multinacionais. São Paulo: Expressão Popular, 2005b. HUSSON, M. Mitos da mundialização: Prodígios e mistérios da “nova economia”. São Paulo: Xamã, 2007 (no prelo). LECOURT, D. Humano pós-humano. Edições 70: Lisboa, 2003. MARTINS, P. R. (org.) Nanotecnologia, sociedade e meio ambiente. São Paulo: Humanitas, 2005.
Nanotecnologia, sociedade e meio ambiente: trabalhos apresentados no Segundo Seminário Internacional. São Paulo: Xamã, 2006.
Revolução invisível: Desenvolvimento recente da nanotecnologia no Brasil. São Paulo: Xamã, 2007. Ministério da Ciência e Tecnologia. Nanotecnologia, resultados e demandas. Brasília: MCT, junho de 2006, p.3. Disponivel no URL: http://www.mct.gov.br/upd_blob/8075.pdf Capturado em 11/01/07. MARX, K. O capital: Crítica da economia política. São Paulo: Difel, 1984. RAMOS, G. C. Nanotecnologia y médio ambiente. In: IIEP. Nanotecnologia e os trabalhadores. São Paulo: IIEP, 2006.

Università di São Paulo

Istituto di Economia Agricola dello Stato di São Paulo

Istituto di Ricerche Tecnologiche dello Stato di São Paulo

Per una presentazione dettagliata dei risultati di questa ricerca, così come per una descrizione dei dati raccolti, vedere Martins (2007). Alcuni aspetti importanti di altre problematiche relazionate ai temi di questa ricerca e sviluppati dai ricercatori della Renanosoma si possono trovare in Martins (2005 e 2006).

Lo strumento della raccolta dei dati utilizzato nella intervista strutturato in cinque macrotopici: 1) mercato; 2) regolazione/partecipazione; 3) conseguenze; 4) comunicazione e 5) etica.

Se nel campo delle scienze esatte e biologiche abbiamo già grandi progressi, lo stesso non si può dire nel campo delle scienza umane. In questa area, stiamo ancora realizzando i primi studi con lo scopo di studiare gli impatti sociali, politici e ambientali prodotti dalla nanotecnologia nel paese.

A livello internazionale, questi topici sono stati dibattuti intensamente. Vedere, per maggiori dettagli: Berube (2005), Dupuy (2000), Foladori e Invernizzi (2006), Grupo ETC (2005a e 2005b) e Ramos (2006).