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PER LA CRITICA DEL CAPITALISMO

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Nella crisi strutturale del capitale il mondo reclama la fine del blocco contro Cuba

RITA MARTUFI ( A CURA DI)

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Per la diciassettesima volta consecutiva, mercoledì 29 ottobre, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato il progetto di risoluzione intitolato (Necessità di porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti d’America contro Cuba). La Risoluzione è stata presentata per la prima volta nel 1992 e in questi 17 anni la schiacciante maggioranza dei Paesi membri delle Nazioni Unite hanno votato contro il blocco.

Anni A FAVORE CONTRARI ASTENSIONE 1992 59 3 71 1993 88 4 57 1994 101 2 48 1995 117 3 38 1996 137 3 25 1997 143 3 17 1998 157 2 12 1999 155 2 8 2000 167 3 4 2001 167 3 3 2002 173 3 4 2003 179 3 2 2004 179 4 7 2005 182 4 1 2006 183 4 1 2007 184 4 1 2008 185 3

Ciò costituisce una dimostrazione, quasi unanime, del rifiuto della comunità internazionale nei confronti della politica distruttiva del governo statunitense contro Cuba e della applicazione delle leggi extraterritoriali contrarie alla Carta delle Nazioni Unite, ai principi del Diritto Internazionale e alle norme che regolano le relazioni economiche, commerciali e finanziarie tra gli Stati. L’anno 2007 è stato caratterizzato da un’applicazione brutale della politica del blocco del Governo degli Stati Uniti contro Cuba. In seguito a tale inasprimento sono state intraprese azioni irrazionali di persecuzione contro enti governativi, imprese, istituzioni bancarie e cittadini di paesi terzi, arrivando addirittura a bloccare siti Internet adducendo come giustificazione un loro legame con Cuba. Nella sua brama di distruzione del ordine costituzionale stabilito e approvato dal popolo cubano, il governo degli Stati Uniti ha dispiegato tutti i mezzi alla sua portata per reclutare, organizzare e finanziare persone che agiscono come prezzolati della politica ostile e aggressiva contro la nazione cubana. Nel mese di maggio dell’anno in corso, la USAID ha distribuito 45 milioni di dollari assegnati dall’Amministrazione Bush per la sovversione a Cuba, 32 milioni in più rispetto al 2007. Il blocco colpisce direttamente la nostra popolazione in modo sistematico e totale, senza distinzione di età, razza, sesso, credo religioso o posizione sociale. I danni economici diretti causati per l’applicazione del blocco superano i 93 mila milioni di dollari. Tale somma rappresenta 1,6 volte il Prodotto Interno Lordo di Cuba, circa 12 volte il debito estero cubano nell’anno 2006 e circa 23,5 volte il valore degli investimenti effettuati dell’anno 2006. Alla somma precedente vanno aggiunti altri 54 mila milioni di danni provocati da aggressioni e da atti terroristici perpetrati nel corso di quasi mezzo secolo dal governo degli Stati Uniti e dai suoi mercenari contro Cuba. Più di 7 milioni su un totale di 11 milioni di persone che compongono la popolazione cubana sono nati sotto al blocco. Si stima che nell’anno 2007 i danni al commercio estero cubano hanno superato i 956,2 milioni di dollari. Tale cifra comprende l’incremento dei prezzi dei prodotti che il paese compra, l’aumento del costo dei noli e delle assicurazioni per il trasporto, l’immobilizzazione delle risorse degli inventari e delle riserve, le condizioni più difficili per i finanziamenti e le perdite nella fluttuazione dei tassi di cambio, come conseguenza delle pressioni degli Stati Uniti sugli istituti bancari, nonché il divieto dell’uso del dollaro nelle transazioni che effettua Cuba. I settori più vulnerabili sono stati quello dell’alimentazione e della salute, che hanno un impatto diretto sulla vita di tutti i cubani. Solo nel corso dell’’ultimo anno i danni nel settore dell’alimentazione hanno superato i 174 milioni di dollari. Ciò si riflette non solo sulle restrizioni imposte alle già limitate e condizionate importazioni cubane di prodotti alimentari dagli Stati Uniti, ma anche e fondamentalmente, sull’impatto negativo sulla produzione di alimenti per il consumo della popolazione. Cuba non può esportare nessun prodotto verso gli Stati Uniti D’America. I danni nel settore della sanità pubblica sono calcolati in più di 25 milioni di dollari. Ai danni economici provocati dall’incremento dei costi nell’acquisto di prodotti e di macchinari in mercati più lontani e dall’impiego di intermediari si aggiungono la sofferenza umana dei pazienti, dei familiari e del personale medico nel vedere limitate le loro possibilità di offrire un’adeguata assistenza ai malati, in quanto le società farmaceutiche statunitensi dispongono dell’esclusiva su prodotti e tecnologie determinanti per il trattamento di varie malattie. L’assistenza ai bambini cubani nel campo della chirurgia cardiovascolare si è vista pregiudicata dall’impossibilità di usare tecniche chirurgiche diverse, dovuto alla mancanza di determinate risorse e input. Sono stati acquistati beni necessari in mercati lontani e attraverso terzi, ciò ha comportato nel periodo una spesa aggiuntiva di 245 mila 72 dollari, dei quali 389 dollari solamente sono stati pagati per il trasporto. Cuba si è vista impossibilitata ad accedere ai dispositivi adeguati per effettuare il cateterismo e altre tecniche di chiusura di difetti congeniti del cuore a causa del rifiuto da parte dell’Impresa Boston Scientific y Amplatzer di intrattenere rapporti commerciali con il nostro Paese. Ciò ha causato l’allungarsi della lista d’attesa dei bambini cubani che dovranno sottoporsi a chirurgia cardiaca a cuore aperto, con il ben noto rischio che questo comporta per la speranza di vita e per la salute dei bimbi malati. Tale situazione ha compromesso la salute, tra gli altri, dei seguenti bimbi:
  María Gainza Pozo, 2 anni, Provincia Holguín, Municipio Sagua de Tánamo, Cartella Clinica # 680689.
  Olivia Oliva Báez, 3 anni, Provincia Ciudad Habana, Municipio Centro Habana, Cartella clinica # 683826
  Félix Cruz, 4 anni, Provincia Matanzas, Municipio Colón, Cartella Clinica # 657743
  Fidel Valeriano Ramos, 6 anni, Provincia Matanzas, Municipio Jagüey Grande, Cartella clinica # 681080.

Il Centro Nazionale di Genetica Medica si è visto impossibilitato a comprare un apparecchio sequenziatore di geni, imprescindibile per il suo lavoro per l’unica ragione che è prodotto da compagnie statunitensi. La carenza di questo apparecchio impedisce le diagnosi e le ricerche su malattie come la sordità, la perdita uditiva ereditaria, il cancro al seno ereditario, la fibrosi cistica. Inoltre, limita le diagnosi di un gran numero di mutazioni genetiche che causano patologie come la fenilchetonuria, le malattie mitocondriali, di Wilson y Von Hippel Lindau e, in conseguenza, la dovuta consulenza genetica alla famiglia. L’Istituto Nazionale di Endocrinologia e di Malattie Metaboliche, non potendo acquistare negli Stati Uniti le siringhe per somministrare l’insulina a pazienti diabetici, si è visto obbligato a comprarle nei mercati asiatici, con un incremento dei costi e del trasporto. I danni subiti dall’Istituto di Oncologia e di Radiobiologia ammontano a 288 mila 355,00 dollari. Questa Istituzione è stata privata della possibilità di acquistare l’apparecchiatura per la diagnostica per immagini PET-CT (Positron Emisión Tomography + Computarized Tomography), che nella moderna Oncologia è quella che offre maggiore qualità di immagini e precisione nei dati fisiologici. Attualmente esistono tre produttori di questa tecnologia al mondo: il governo degli Stati Uniti impedisce che queste compagnie vendano i loro prodotti a Cuba. Il settore dell’edilizia è stato molto colpito dall’applicazione del blocco. I danni ai progetti di costruzione di case sono dell’ordine di 22 milioni di dollari. Con questa somma Cuba avrebbe potuto costruire 3.646 case in più o recuperarne circa 7.600. Alle conseguenze di questa politica dobbiamo aggiungere i danni devastanti causati dal passaggio degli uragani Gustav e Ike a Cuba che ha causato danni a più di mezzo milione di case e ne ha rase al suolo più di 90 mila. Nonostante la forte richiesta della comunità internazionale e di molti cittadini e istituzioni all’interno degli stessi Stati Uniti, l’amministrazione Bush persiste nella sua politica distruttiva di blocco. Il governo cubano ha chiesto alle autorità statunitensi di autorizzare, anche se in via temporanea solo per alcuni mesi, la vendita di materiali indispensabili come coperture per tetti necessarie alla riparazione delle case e al ripristino delle reti elettriche per riparare i danni degli uragani È stato chiesto anche di sospendere in via temporanea le restrizioni che impediscono alle compagnie statunitensi di offrire crediti commerciali privati a Cuba per poter comprare alimenti in quel paese. Cuba non chiesto al Governo degli Stati Uniti di regalargli nulla ma semplicemente di permetterle di comprare ciò che risulta vitale per la ripresa dopo il verificarsi di così gravi e devastanti disastri naturali. Il Governo degli Stati Uniti è rimasto sordo dinnanzi a queste richieste. Non vi è dubbio che il blocco sia il principale ostacolo al diritto allo sviluppo dei cubani e una violazione flagrante, massiccia e sistematica di molti altri diritti umani di un intero popolo. Il governo degli Stati Uniti continua a ignorare, con arroganza e disprezzo, le diciassette risoluzioni adottate dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, una richiesta quasi unanime da parte della comunità internazionale affinché cessi questa politica distruttiva. Il popolo cubano non rinuncerà mai alla difesa della sua libertà e della sua indipendenza. L’ostilità anticubana del Governo degli Stati Uniti, le sue aggressioni e la sua politica distruttiva di blocco non potranno impedirlo. Questa è una politica condannata al fallimento.

Ricercatrice socio-economica, Comit. Scient. di CESTES e Dir. redaz. di PROTEO