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Ripartizione mondiale della forza lavoro e dei redditi

JAFFE HOSEA

Statistiche socio-economiche sul capitalismo del “passato” per capire le dinamiche attuali della crisi

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Sin dai tempi delle Crociate (1000-1300), così come esposto nella Tabella 1, il mondo è determinato dalla divisione del capitalismo colonialista del Prodotto Mondiale Lordo e dalla popolazione globale. Ad esempio, il traffico di schiavi, perpetrato dall’Europa, da e verso l’Africa, ha fatto sì che la popolazione del continente sottomesso rimanesse costantemente sulla soglia dei 100 milioni di individui (nel XVIII e nel XIX secolo), mentre le popolazioni dell’Europa, dell’Asia e dell’America crescevano notevolmente. La tabella - prodotta dagli Stati Uniti, dall’Europa e dalle Nazioni Unite che essi comandano - illustra il genocidio perpetrato dagli Europei nei confronti degli indigeni; già nel primo secolo dopo l’arrivo di Cristoforo Colombo la loro popolazione si era ridotta da circa 100 milioni a meno di 101. L’olocausto americano viene completamente ignorato dagli studi statistici statunitensi ed europei che stimano l’intera popolazione a 16 milioni nel 1750, quindi 200 anni dopo il genocidio delle popolazioni indigene (84 milioni in meno rispetto agli Aztechi e agli Inca, prima dell’arrivo di Cortés). Per capire meglio è utile leggere la tabella che segue circa la suddivisione della popolazione mondiale tra il 1750 e il 2009. La Tabella 2 (pagina seguente) ci mostra i seguenti fatti geo-sociali: il rapporto della popolazione tra il Terzo-Secondo Mondo e il Primo mondo, dall’anno mille fino ad oggi. Potrebbe essere tranquillamente chiamato il “passato” del capitalismo2. Questi rapporti di popolazione possono essere comparati con il corrispettivo reddito e con i rapporti politico-economici del capitalismo del passato. Grazie a queste Tabelle abbiamo notato quanto segue:

TABELLA 2: la popolazione africana si è mantenuta, quasi costantemente, sui 110 milioni di individui, dal 1750 al 1850. Questo vuol dire unicamente che il traffico europeo di schiavi, oltre a quello degli Stati Uniti, di fatto continuava l’olocausto dei secoli di Enrico il Navigatore, Cristoforo Colombo, Vasca da Gama, Pedro Álvares Cabral (dal 1400 al 1600). TABELLA 2: durante il periodo tra il 1750 e il 1900 si è passati da 163 milioni a 408 milioni; il numero degli europei che emigravano verso il Nord America è cresciuto dai 2 milioni del 1750 agli 82 milioni del 1900 (durante il massacro delle popolazioni africane da parte degli europei). TABELLA 2: tra il 1750 e il 1900, in America Latina, la popolazione è aumentata da 16 milioni a 74. Sono moltissimi gli esempi di crimini razzisti, come le uccisioni degli africani e degli indigeni da parte degli emigrati europei. TABELLA 2: il periodo che va dal 1800 al 1900 vede il Giappone diventare una nazione imperialista. La popolazione è passata da 18 milioni a 45.

Le cifre della Tabella 3 sono il riassunto, per il 1998, inserito nella “Revision Figures” delle Nazioni Unite. Le tabelle precedenti ci mostrano che il rapporto tra i paesi sottosviluppati e il Primo Mondo è 80/20, ossia un rapporto 4 a 1, per quanto riguarda le popolazioni. Ma quale è la distribuzione “regionale” del Prodotto Mondiale Lordo (che è anche la somma globale dei prodotti Interni Lordi o dei Prodotti Nazionali Lordi)? Una autorevole risposta ci viene dal Report Data delle Nazioni Unite del 7 marzo 2009: ci mostra la popolazione attuale, l’età e la percentuale della popolazione mondiale e l’età e la percentuale del Prodotto Mondiale Lordo, dei seguenti paesi (Tabella 5).

La Tabella 5 ci dice che la suddivisione del Prodotto Mondiale Lordo va al blocco imperialista: il 63% dei 60 trilioni di dollari, ossia, 37.8 trilioni di dollari; blocco non imperialista: 37% = 22.2 trilioni di dollari. Queste cifre sono le entrate attuali dei due blocchi. Non sono l’attuale Prodotto Lavorativo, poiché non sostiene il termine “prodotto”. L’attuale prodotto lavorativo di entrambi i blocchi è proporzionale alla cifra del loro “lavoro internazionale” (Marx, Il Capitale). I numeri sono:
  Blocco Imperialista: 17.9% (Tabella 4) dei 2.8 miliardi di forza lavoro mondiale = 0.5 miliardi
  Blocco coloniale: 82.1% dei 2.8 miliardi di forza lavoro mondiale = 2.3 miliardi (2009).

Circa un miliardo di questi 2.8 miliardi di lavoratori sono la forza lavoro attiva delle regioni meno sviluppate (Annuario Nazionale, Nazioni Unite, World Bank and International Labour Organisation Statistics). Questi lavoratori possono essere considerati come i veri proletari del Secondo e del Terzo Mondo. La Tabella 4 ci dice che la forza lavoro dei paesi imperialisti è pari al 17.9% della forza lavoro dei 2.8 miliardi di persone, ossia 500 milioni. Effettivamente, questo significa che la forza lavoro direttamente impiegata nel mondo capitalista e imperialista è pari a 1.5 miliardi. Quindi la distribuzione mondiale della forza lavoro dei due blocchi è, rispettivamente, 1 a 2, ossia 1/3 “imperialista” contro i 2/3 “coloniali”. Il restante 1.3 miliardi di forza lavoro (2.8 miliardi globali - Tabella 1 - meno 1.5 miliardi direttamente impiegati dall’economia capitalista) è rappresentata principalmente dalla forza lavoro contadina dei paesi poveri come l’India, la Cina, l’America Latina e gli altri paesi del blocco coloniale. Nei paesi imperialisti la forza lavoro è pari al 50% della loro popolazione (Stati Uniti 51.4%, Giappone 52%). In molti paesi “coloniali” (Sud Africa, Iran, Argentina, ecc.) la forza lavoro è pari al 40%, o anche meno, della popolazione. Questa percentuale riflette un gruppo che ha un’età compresa tra i 15 e i 64 anni, ma in molti paesi questa gruppo è maggiore in percentuale ed età, rispetto alla popolazione nazionale (ad esempio, in Sud Africa il gruppo compreso tra i 15 e i 64 anni è pari al 65% e la forza lavoro economicamente attiva è di 16 milioni di persone, rispetto ai 44 milioni di individui, ossia è il 36%). Probabilmente, l’1.3 miliardi di contadini/lavoratori è compreso nei 3 miliardi di individui. Questi 3 miliardi sono il 54% della popolazione che, nel 2009, era costituita da 5.6 miliardi di individui del Terzo Mondo. L’attuale suddivisione del Prodotto Mondiale Lordo (proporzionale alla forza lavoro internazionale) è:
  Blocco imperialista: 0.5/1.5 dei 60 trilioni di dollari = 20 trilioni di dollari
  Terzo Mondo: 1/1.5 dei 60 trilioni di dollari = 40 trilioni di dollari

Questa vera e propria partizione capitalista-imperialista del Prodotto Mondiale Lordo differisce dal reddito attuale:
  Blocco Imperialista: 37.8 trilioni meno 20 trilioni = più di 17.8 trilioni. Questo è il bottino del blocco imperialista, mentre;
  Terzo mondo: 22.2 trilioni di dollari meno 40 trilioni = meno di 17.8 trilioni di dollari. Questi 17.8 trilioni sono il prodotto del saccheggio annuale dell’imperialismo. Quello che ricevono le colonie è pari al 30% del Prodotto Mondiale Lordo.

Le rivoluzioni socialiste vogliono rendere equo il salario e il reddito pro capite. Il bottino imperialista, così, sarebbe pari a zero. Nelle statistiche rilevate nel 2009, il mondo socialista avrebbe più di 6.76 miliardi di persone e il Prodotto Mondiale Lordo sarebbe superiore a 60 trilioni di dollari. Il reddito pro capite sarebbe pari a 8875 dollari. Così, il salario dipenderebbe dal rapporto, determinato dalla rivoluzione, tra valore e plusvalore. Nel 2009 questo rapporto è: 12.6 trilioni di dollari/ 25.2 trilioni di dollari (ossia, 1/2) nel blocco imperialista; e 16.8 trilioni di dollari/5.6 trilioni di dollari (ossia, 3/1) nel blocco coloniale. Nel 2009 il plusvalore globale (o profitto) è pari a 12.6 trilioni di dollari + 5.6 trilioni = 30.8 trilioni di dollari. Il rapporto tra valore/plusvalore è quindi: 29.4 trilioni di dollari/30.8 trilioni = 0.95, ossia quasi 1. Il salario medio è 30.8 trilioni/1.5 miliardi di persone = 20.533 dollari per i lavoratori di entrambi i blocchi. Ma il salario dei lavoratori del blocco imperialista è pari a 25.2 trilioni di dollari divisi tra 500 milioni di lavoratori = 50400 dollari, mentre il salario dei lavoratori del blocco coloniale è pari a 5.6 trilioni di dollari divisi tra 1 miliardo di lavoratori = 5600 dollari. Il salario imperialista di 50400 dollari è molto di più della media del valore aggiunto che è 60 trilioni di dollari/1.5 miliardi di persone = 40000 dollari. Quindi, secondo Marx, il plusvalore negativo per i “proletari dell’occidente” è: 50400 dollari meno 40000 dollari = 10400 dollari (circa il 20% dello stipendio). Le rivoluzioni socialiste sono intenzionate ad eliminare il plusvalore nascosto nei salari “del proletariato occidentale” e a ridurlo ulteriormente dalla media dei salari di tutti i lavoratori. Nel 2009 il salario è stato pari a 20533 dollari. Il Socialismo vuol far sì che i lavoratori della parte occidentale del mondo perdano almeno 50500 dollari meno 20533 dollari, ossia, 30000 dollari o il 60% dei loro salari. Non c’è da stupirsi se questi lavoratori sono contro il socialismo, figurarsi una rivoluzione socialista nei “loro” paesi. Abbiamo scritto “almeno” perché la rivoluzione socialista vuole, passo dopo passo, proletarizzare l’1.3 miliardi di ex lavoratori coloniali; quindi questa ulteriore fase della rivoluzione socialista esige il raggiungimento di una media salariale che sia di almeno (dalle cifre ricavate nel 2009) 30.8 trilioni di dollari divisi, in seguito, tra 1 miliardo + 1.3 miliardi di ex lavoratori contadini; quindi, pari a 30.8 trilioni di dollari/2.8 miliardi di persone = una media salariale di 11000 dollari. Il reddito pro capite dei paesi del blocco imperialista cadrebbe a un livello pari a 37.6 trilioni di dollari/1.2 miliardi di persone = 31333 dollari; per il socialismo significa 8875 dollari pro capite, ossia il 70% di ribasso nelle entrate. La meraviglia è davvero poca, poiché entrambe le classi lavorative dell’occidente, si oppongono, nei principi e nei fatti, al socialismo! D’altra parte, i lavoratori del blocco anti-imperialista, raddoppieranno, nel 2009, il proprio salario, passando da 5600 dollari a 11000 dollari. Allo stesso tempo, il reddito pro capite del blocco imperialista raddoppierà anch’esso, passando da 4000 dollari a 8888 dollari. Solo questa classe di lavoratori - compresi i contadini - potrebbe essere (potenzialmente N.d.T.) socialista e rivoluzionaria.

1. Silvio Serino, Blaut, H.Jaffe et al. 2. Questo termine mi è stato suggerito da mia moglie, Ada Vittoria Tutone Jaffe, per descrivere la sua durata fino ad oggi. 3. Non è un caso che la divisione razzista del 7.75 del reddito mondiale è uguale a quello del “nuovo” Sud Africa, ossia, il reddito “bianco” europeo è 7.75 in più rispetto al reddito “nero”, ovvero le entrate non europee.