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Le organizzazioni internazionali del mondo del lavoro e le strutture dell’organizzazione sindacale a livello internazionale

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1. L’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL)2

L’Organizzazione Internazionale del Lavoro (da qui in avanti OIL o OIT) è un organismo specializzato delle Nazioni Unite che si occupa dei problemi relativi al lavoro e alle relazioni lavorative. È stata fondata l’11 aprile del 1919, in base alle negoziazioni del Trattato di Versalles. La OIL ha un governo tripartito che incorpora la rappresentanza dei governi, dei sindacati e dei datori di lavoro. Il suo organo supremo è la Conferenza Internazionale che si riunisce ogni anno a giungo. L’organo d’amministrazione elegge la Direzione Generale, incaricata di dirigere l’Ufficio Internazionale del Lavoro. La sede centrale si trova a Ginevra, Svizzera. Ne fanno parte 180 Stati nazionali (dato del 2007).

Organi della OIL Conferenza Internazionale È l’organismo superiore della OIL. Si riunisce ogni anno a Ginevra, nel mese di giugno. È composta da quattro persone di ciascun paese membro, due delle quali elette dal governo e le altre due dalle organizzazioni sindacali e dai datori di lavoro. In questo modo, la metà dei membri della Conferenza Internazionale rappresenta i governi e l’altra metà, a parti uguali, i sindacati e i datori di lavoro. Alla Conferenza Internazionale corrisponde la sanzione delle norme internazionali del lavoro, fondamentalmente accordi e raccomandazioni. Deve anche esaminare le memorie annuali che ciascun paese deve presentare sullo stato di applicazione delle norme internazionali delle varie nazioni ed eventualmente deve approvare le raccomandazioni nel caso in cui ci siano delle mancanze. Inoltre, deve esaminare la Relazione Globale in base a ciò che ordina la Dichiarazione della OIL relativa ai principi e ai Diritti Fondamentali del Lavoro, che deve preparare l’Ufficio, tenendo conto, anno dopo anno, dello stato in cui si trovano ciascuno dei seguenti punti: • Libertà sindacale e di associazione e riconoscimento effettivo del diritto alla negoziazione collettiva. • Eliminazione di tutte le forme di lavoro forzato o obbligatorio. • Abolizione definitiva del lavoro minorile. • Eliminazione della discriminazione sul posto di lavoro e nella ricerca di occupazione.

Commissione degli esperti La Commissione degli esperti è un organismo permanente formato da giuristi specializzati in Diritto Internazionale del Lavoro che sono consulenti della Conferenza Internazionale. La funzione della Commissione è esaminare le memorie che tutti i paesi hanno l’obbligo di presentare ogni anno, dando i dettagli dello stato in cui si trova l’applicazione degli accordi internazionale di ciascuno Stato. Ogni anno, questa Commissione deve presentare la sua relazione alla Conferenza. Molto spesso, l’operato della Commissione è stato criticato perché il suo lavoro tende ad essere controllato dalle potenze occidentali e questo fa sì che, molte volte, le sue relazioni rispondano a determinati paesi, mentre ignorano la mancanza di diritti lavorativi e sindacali che invece portano avanti altri stati.

Consiglio di Amministrazione Il Consiglio di Amministrazione è composto da 56 persone. Dei 28 membri che corrispondono ai governi, 10 vengono designati direttamente dai 10 paesi più industrializzati (Germania, Brasile, Cina, Stati Uniti, Francia, India, Italia, Giappone, Gran Bretagna e Russia) e il resto da delegati governativi presenti durante la Conferenza. Le altre 28 persone corrispondono in parti uguali ai lavoratori e ai datori di lavoro e vengono eletti dai blocchi corrispondenti alla Conferenza. Gli eletti vengono rinnovati ogni tre anni.

Comitato di Libertà Sindacale La sua funzione è di intervenire nei problemi relativi alla libertà sindacale che nascono dalle potenziali violazioni degli Accordi Internazionali 87 e 98 e da quelle complementari. Il suo operato viene molto spesso messo in discussione per gli stessi motivi del Consiglio di Amministrazione.

Ufficio Internazionale del Lavoro e Direzione Generale L’Ufficio Internazionale del Lavoro è diretto dalla persona che gestisce la Direzione Generale, eletta dalla Conferenza Internazionale con un mandato di 5 anni, che a sua volta mette sotto contratto il personale, in base a severe regole dei concorsi. Il suo operato è in appoggio alla Conferenza Internazionale e al Consiglio di Amministrazione.

Uffici regionali L’Ufficio Internazionale del Lavoro possiede una struttura regionale decentralizzata in cinque regioni: Africa, America Latina e Caraibi, Stati arabi, Asia e Pacifico, Europa e Asia centrale.

Funzionamento della OIL La OIL sancisce accordi e raccomandazioni. Per essere approvati dalla Conferenza Internazionale, entrambi richiedono una maggioranza dei due terzi. Una volta ratificati, gli accordi internazionali diventano, per i suoi membri, trattati internazionali obbligatori, mentre le raccomandazioni non lo sono, costituiscono dei semplici suggerimenti rivolti ai paesi per progredire nelle relazioni lavorative. Generalmente a qualsiasi accordo sancito corrisponde una raccomandazione che contiene in sé una normativa più avanzata. Esistono 8 accordi internazionali considerati fondamentali: • Accordo n° 29 sul lavoro forzato, 1930. • Accordo n° 87 sulla libertà sindacale e sulla protezione del diritto di sindacazione, 1948. • Accordo n° 98 sul diritto sindacale e di negoziazione collettiva, 1949. • Accordo n° 100 sull’uguaglianza della remunerazione, 1951. • Accordo n° 105 sull’abolizione del lavoro forzato, 1957. • Accordo n° 111 sulla discriminazione (impiego e occupazione), 1958. • Accordo n° 138 sull’età minima, 1973. • Accordo n° 182 sulle peggiori forme di lavoro minorile, 1999.

D’altra parte, nel 1989 è stato approvato l’Accordo n° 169 sulle Popolazioni Indigene e Tribali che fino alla Dichiarazione dei Diritti delle Popolazioni Indigene delle Nazioni Unite era l’unico strumento internazionale che riconosceva i diritti collettivi degli indigeni. La salute, la sicurezza sul lavoro e quella sociale sono concetti prioritari regolati da vari accordi. A questo proposito, risulta molto importante anche la Dichiarazione della OIL relativa ai principi e ai diritti fondamentali sul lavoro, realizzata nel 1998, in vista dei gravi problemi provocati ai diritti lavorativi dalla globalizzazione. Con questa Dichiarazione si riesce a prestare maggiore attenzione all’effettiva applicazione dei diritti fondamentali dei lavoratori e delle lavoratrici; tra cui: • La libertà di associazione, la libertà sindacale e il riconoscimento reale del diritto alla negoziazione collettiva. • Eliminazione di tutte le forme di lavoro forzato o obbligatorio. • Abolizione definitiva del lavoro minorile. • Eliminazione della discriminazione in materia di lavoro ed occupazione.

La Dichiarazione precisa che i diritti fondamentali del lavoro sono universali e devono essere rispettati da tutte le persone in tutti i paesi, senza tener conto del livello di sviluppo economico di ciascuno di essi. Nonostante ciò, bisogna sottolineare che il ruolo della OIL viene criticato aspramente, perché a giudizio dei settori più progressisti la sua funzione principale, sin dall’origine, è quella di legittimare l’ordine economico capitalista imperante a livello mondiale. Di fatto la OIL non ha mai messo in discussione il sistema politico ed economico capitalista e si trova molto spesso sotto pressione e controllata dalle superpotenze occidentali. Quindi, non ha come obiettivo cardine quello di abolire il capitalismo, ma di dotarlo di “un volto umano”.

2. Confederazione Europea dei Sindacati (CES)3 È stata fondata nel 1973. Il suo obiettivo iniziale, in base a quanto riportato negli statuti fondativi, era rappresentare in modo unitario i lavoratori europei dei distinti paese dell’area geografica. In un primo momento, attecchì soprattutto nei paesi dell’Europa occidentale, però dopo la caduta dei regimi dell’Europa dell’est la sua influenza si è allargata. Attualmente ha 81 confederazioni sindacali di 36 paesi europei, rappresenta quindi 60 milioni di lavoratori. Il Segretario Generale è John Monks, membro del TUC britannico. La CES non ha l’autorità di imporre delle direttive alle confederazioni nazionali. Tra gli altri sindacati fanno parte della CES anche ELA, CCOO, UGT e USO. All’inizio del processo di costruzione dell’Unione Europea la CES ha acquisito una importanza sempre maggiore per quanto riguarda la legittimazione dell’attuale modello dell’Unione. La CES, infatti, collabora con tutte le istituzioni europee (Parlamento, Commissioni, Consiglio e Presidenza) e il Trattato dell’Unione le riconosce il ruolo di organizzazione che rappresenta gli interessi dei lavoratori europei. Coordina la partecipazione sindacale di diversi organi consultivi, come il Comitato Economico e Sociale e le Agenzie dell’UE per la formazione professionale, per la salute e la sicurezza sul posto di lavoro (la cui sede si trova a Bilbao). La CES ha appoggiato in modo attivo l’attuale Trattato di Lisbona così come tutte le proposte per i Trattati precedenti. Appoggia l’attuale modello di Unione Europea basata su una Europa degli Stati e del Capitale. Non mette assolutamente in discussione il processo di costruzione europeo vigente. La conseguenza è che la CES è l’unica organizzazione sindacale intersettoriale europea che gode del riconoscimento ufficiale dell’Unione Europea, del Consiglio d’Europa e dell’Associazione Europea per il Libero Commercio. Oggi la CES è totalmente subordinata alla CSI, sebbene non tutti i sindacati che partecipano alla CES ne siano membri. La CES è stata fortemente criticata per il suo carattere socialdemocratico e per aver posto il veto alla partecipazione dei sindacati appartenenti alla FSM, così come per essersi rifiutata di stabilire relazioni normalizzate sempre con la FSM.

3. Accordi internazionali Sono impegni bilaterali firmati da alcune multinazionali durante gli ultimi anni, su richiesta delle diverse federazioni sindacali internazionali, in virtù dei quali si impegnano a portare a termine una serie di standards lavorativi in tutto il mondo, come ad esempio quelli relativi alla libertà sindacale, al non sfruttamento lavorativi dei minori, ecc.

Comitati di imprese continentali e mondiali Si tratta di comitati di alcune multinazionali, che hanno l’obiettivo di rappresentare i lavoratori e le lavoratrici impiegati in una stessa multinazionale a livello continentale (ad esempio, i comitati di impresa europei) o mondiale. I comitati di impresa continentali sono presenti soprattutto in Europa e la loro creazione si è consolidata grazie ad alcune direttive europee4. Attraverso queste direttive viene stabilita l’obbligo di creare comitati di impresa europei per le imprese con più di 1000 lavoratori, sempre dopo aver siglato un accordo con i sindacati. D’altra parte, ci sono circa 20 multinazionali che hanno il loro comitato di impresa mondiale (tra le tante, la Volkswagen, General Motors, Nestlè, ecc.). Nonostante ciò, questo tipo di organismi molto spesso sono oggetti di forti critiche per l’emarginazione degli altri sindacati; infatti vengono utilizzati solo per lo scambio di informazioni, hanno una struttura molto limitata e un livello di burocratismo altissimo.

4. Organizzazioni Sindacali Internazionali: CSI e FSM Nel momento in cui i lavoratori e le lavoratrici hanno preso coscienza della propria appartenenza alla stessa classe - la classe operaia -, organizzarsi e coordinarsi a livello internazionale è diventato un fattore importante. La testimonianza più rilevante è la famosa frase che conclude il “Il Manifesto del Partito Comunista” di Marx e Engels del 1848, che recita: “Proletari di tutto il mondo, unitevi!”. Quindi, possiamo affermare, senza il pericolo di sbagliarci, che il sentimento internazionalista e la solidarietà internazionale sono sempre stati aspetti consustanziali del sindacalismo di classe e di lotta. La prima organizzazione operaia di cui si ha notizia è l’Associazione Internazionale dei Lavoratori, creata nel 1864. Nel 1920, invece, nasce a L’Aia la Confederazione Internazionale dei Sindacati Cristiani (CISC) che nel 1968 diventa la Confederazione Mondiale del Lavoro (CMT). Quest’ultima raggruppava i sindacati cristiani che miravano ad una alleanza interclassista tra “padroni” (così venivano chiamati all’epoca) e la classe operaia, e rifiutavano l’esistenza della lotta di classe. I sindacati che appartenevano al CMT, molto spesso, venivano creati e appoggiati dai partiti politici di destra. Nonostante ciò, la prima organizzazione sindacale internazionale di classe - con una funzione e un’entità reale - è stata la Federazione Sindacale Mondiale (FSM), creata a Parigi nell’ottobre del 1945, con l’assistenza di delegati e delegate appartenenti a 56 organizzazioni sindacali di 55 paesi diversi e a 20 organizzazioni internazionali. In quel momento, la FSM era l’unica organizzazione sindacale internazionale e raggruppava i principali sindacati del mondo. Con lo scoppio della Guerra Fredda, l’unità sindacale si vide sconvolta e, di conseguenza, fortemente indebolita. All’interno della FSM ci furono importanti divergenze rispetto ad alcuni temi, come ad esempio il Piano Marshall, le segreterie professionali internazionali, ecc. L’Europa occidentale e gli Stati Uniti vedevano un pericolo nell’unione del sindacalismo di classe a livello mondiale, poiché consideravano che, in quel momento storico, potesse contribuire all’espansione dell’ideologia comunista. Tutto ciò ha fatto sì che, capeggiati dalla centrale sindacale TUC della Gran Bretagna, alcune organizzazioni lasciassero la FSM per creare la Confederazione Internazionale delle Organizzazioni Sindacali Libere (CIOSL). A questo punto, possiamo dire che, durante il XX secolo, molte tra le ideologie operaie si sono organizzate internazionalmente attraverso le federazioni generali mondiali che, a loro volta, raggruppavano le federazioni regionali e i settori d’attività. Le tre principali organizzazioni sindacali mondiali erano: la CIOSL, maggioritaria e d’origine socialdemocratica, la FSM di cui facevano parte sindacati d’origine comunista e socialista, e la CTM, di ideologia democratico-cristiana, e quindi, conservatrice. Il 1 novembre del 2006, la CIOSL e la CTM si sono fuse, dando vita alla Confederazione Sindacale Internazionale (CSI).

4.1 La Confederazione Sindacale Internazionale (CSI)5 Così come abbiamo già affermato, la CSI viene creata a Vienna il 1 novembre del 2006, in seguito alla fusione tra la CIOSL (socialdemocratica) e la CTM (democratico-cristiana). Prima della fusione, la CIOSL6, creata il 7 dicembre del 1949 - frutto di una scissione della FSM e promossa dai governi dell’Europa occidentale e dagli Stati Uniti -, era la più grande organizzazione sindacale a livello mondiale. Rappresentava7 157 milioni di lavoratori e lavoratrici, appartenenti a 225 organizzazioni sindacali di 148 Stati. La sua sede si trovava a Bruxelles, Belgio, e il suo ultimo Segretario Generale è stato Guy Ryder. CCOO, UGT, ELA e CGT appartenevano alla CIOSL. Invece, la CTM8, fondata nel 1920 a L’Aia - con il nome di Confederazione Internazionale dei Sindacati Cristiani (CISC) e che nel 1968 diventa la Confederazione Mondiale del Lavoro (CMT) -, affermava di rappresentare 144 organizzazioni sindacali di 116 paesi. La sede si trovava a Bruxelles, Belgio. Ad essa appartenevano ELA9 e USO. Il suo ultimo Segretario Generale è stato Willy Thys. La CSI raggruppa tutte le organizzazioni sindacali precedentemente affiliate alla CIOSL e alla CMT, e in base ai suoi dati rappresenta 166 milioni di lavoratori e lavoratrici, appartenenti a 309 organizzazioni di 156 paesi. Ha la sua sede a Bruxelles, Belgio; Guy Rider è il Segretario Generale e Sharan Burrow il Presidente. CCOO, UGT, ELA, CGT francese e USO sono membri della CSI. La creazione della CSI è stata criticata da moltissime organizzazioni sindacali che appartenevano sia alla CIOSL che al CMT, perché, affermavano, che era una semplice somma di sigle e non di progetti sindacali. D’altra parte, la CSI non mette in discussione il sistema capitalista, né cerca di superarlo, ma ciò che vuole è un “capitalismo dal volto umano”. Questo fa sì che i progetti difesi dalla FSM e dalla CSI siano differenti in modo sostanziale. Bisogna ricordare anche che la CSI e le organizzazioni sindacali che ne fanno parte, in base alla loro linea ideologica, possono contare sull’appoggio delle istituzioni lavorative internazionali, come l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIT), la Confederazione Europea dei Sindacati (CES), a discapito dell’FSM e delle atre organizzazioni. Nonostante le reiterate petizioni della FSM, la CSI si rifiuta di realizzare il processo unitario tra le due organizzazioni, aspetto che non aiuta affatto il rafforzamento del movimento operaio a livello mondiale.

4.2 La Federazione Sindacale Mondiale (FSM)10 La Federazione Sindacale Mondiale (FSM), a cui appartiene LAB, è stata fondata a Parigi il 3 ottobre del 1945. All’inizio ha raggruppato tutti i sindacati di tendenza socialdemocratica e comunista, però, a causa delle tensioni durante la Guerra Fredda e della divisione promossa dai paesi capitalisti, come già abbiamo detto, i sindacati socialdemocratici ne sono fuoriusciti e hanno creato la CIOSL. Quindi, a partire da quel momento, la FSM ha incorporato i sindacati di ideologia socialista e comunista dei cinque continenti. Durante gli ultimi anni si sono aggiunti altri sindacati delle Nazioni senza Stato, come, ad esempio, la Intersindical Canaria, la FSOC sempre delle Canarie, la CUT della Galizia e la Intersindical Catalana-CSC, oltre al nostro sindacato. Attualmente la sua sede centrale si trova ad Atene e il Segretario Generale è il greco George Mavrikos.

Sintesi della storia della FSM Durante il Primo Congresso della Federazione Sindacale Mondiale (Parigi, 3-8 ottobre del 1945) venne votata la fondazione della FSM a cui assistettero delegazioni in rappresentanza di 67 milioni di lavoratori e lavoratrici che facevano parte di 56 organizzazioni nazionali e 20 internazionali di 55 paesi. Nel Congresso la FSM parlava a nome dei lavoratori e delle lavoratrici del mondo, organizzati in sindacati che volevano un mondo libero dalle guerre e dalle ingiustizie sociali. La fondazione della FSM è stata considerata un segno precursore della nuova era che cominciava con la disfatta del fascismo, per mano dell’alleanza anti-fascista degli Stati. I lavoratori e le forze democratiche hanno visto in questa vittoria un nuovo futuro per il mondo intero, un futuro libero dall’imperialismo e dal colonialismo, in cui la libertà, la pace, la democrazia e la prosperità agivano per il bene dell’umanità. Si riteneva che l’unità dei governi sotto l’egida delle Nazioni Unite, non fosse più sufficiente. Erano necessarie nuove organizzazioni di massa, soprattutto della classe operaia. Da qui nasce il richiamo all’unità sindacale a livello mondiale. I propositi e gli obiettivi principali del congresso fondativo erano, tra gli altri, i seguenti: • Libertà di organizzazione sindacale • Abolizione di qualsiasi tipo di discriminazione basata sulla razza, sulla religione, sul colore e sul sesso • Il diritto al lavoro e alle vacanze pagate • Stipendi adeguati e migliore stile di vita (casa, cibo, ecc.) • Previdenza Sociale con garanzie per il lavoro, la malattia, gli incidenti e la vecchiaia • Riconoscimento del diritto delle popolazioni all’autodeterminazione e, quindi, alla propria indipendenza nazionale • Sovranità economica reale per le popolazioni, così da garantire la sovranità piena

I primi quattro anni della FSM (1945-1949) hanno dimostrato il grande potenziale di un movimento sociale unito. Nonostante l’opposizione iniziale di alcuni burocrati, durante il Congresso Economico e Sociale delle Nazioni Unite, la FSM venne dotata dello statuto consultivo. Organizzò iniziative per l’adozione delle convenzioni della OIT a proposito del diritto d’associazione e della negoziazione collettiva. E diede un forte appoggio alle lotte della classe lavoratrice per i diritti e le rivendicazioni. La FSM e i suoi affiliati hanno appoggiato attivamente i movimenti di liberazione nazionale e le lotte contro le dittature militari e fasciste. L’aumento del numero dei partecipanti e l’influenza dei movimenti sindacali di tutto il mondo erano aspetti molto importanti in quel periodo. Il movimento sindacale internazionale ha aiutato fortemente il processo di organizzazione dei paesi che avevano appena ottenuto l’indipendenza. La situazione internazionale però si faceva sempre più instabile; infatti con la Guerra Fredda - scoppiata alla fine degli anni ’40 del secolo scorso con il riarmo, la corsa agli armamenti e le politiche di scontro -, l’unità sindacale si indebolì molto. L’alleanza antifascista degli Stati si sciolse e da quel momento si produsse uno scontro armato tra i due blocchi militari più forti. Con questo scontro, le Nazioni Unite e tutte le organizzazioni internazionali hanno avuto la peggio. All’interno della FSM, dopo le posizioni adottate dalle diverse centrali sindacali nazionali, nacquero gravi divergenze su temi molto importanti, come il ruolo delle Segreterie Professionali Internazionali, o la posizione da assumere riguardo il Piano Marshall, ecc. Alcune organizzazioni sindacali, capeggiate dalla TUC britannica, abbandonarono la FSM. Nel dicembre del 1949, le organizzazioni sindacali fuoriuscite si riunirono a Londra per dare vita alla Confederazione Internazionale delle Organizzazioni Sindacali Libere (CIOSL). Durante la sua storia, la FSM ha organizzato quindici Congressi Mondiali. Questi congressi, che hanno avuto sempre un carattere rappresentativo, confermano quanto sia stata corretta la decisione presa a Milano di continuare a portare avanti le attività della FSM per raggiungere gli obiettivi e i propositi del Congresso fondativo di Parigi e per cercare punti di accordo per promuovere l’unità e l’azione del movimento sindacale mondiale. I congressi della FSM sono diventati grandi piattaforme in cui il movimento sindacale mondiale può scambiarsi punti di vista e decidere strategie e politiche per continuare le lotte della classe lavoratrice per i propri diritti. La politica della FSM di gestirli come forum aperti ha aiutato moltissimo lo sviluppo della cooperazione sindacale mondiale. Durante il periodo che va dal XII al XIV Congresso, la FSM ha dovuto fare fronte a una crisi causata dalla dissoluzione dell’URSS, e le trasformazioni politiche ed economiche avvenute in molti paesi dell’Europa dell’Est hanno provocato gravi problemi al movimento sindacale con orientamento di classe. Così, in questo periodo molti sindacati abbandonarono la FSM e altri cercarono addirittura di scioglierla. Per fortuna, si inizia ad uscire dalla crisi con il XV Congresso della FSM celebrato a L’Avana nel 2004, in cui la LAB e altre organizzazioni sindacali sono entrate a fa parte di questa internazionale sindacale. Oggi la FSM sta vivendo un periodo di rafforzamento a livello internazionale, con un costante aumento di organizzazioni affiliate e rappresenta più di 60 milioni di lavoratori e lavoratrici di 180 sindacati di più di 90 popolazioni dei cinque continenti. Allo stesso tempo, sta cercando di portare la lotta sindacale nelle strade e nei centri di lavoro, così come dimostra l’iniziativa organizzata a livello mondiale il passato 1 aprile 2009.

Obiettivi programmatici La FSM dichiara che il suo obiettivo principale è contribuire all’emancipazione dei lavoratori attraverso la lotta contro tutte le forme di sfruttamento, così da ottenere condizioni di vita e di lavoro dignitose. Manifesta la sua totale opposizione a qualsiasi tipo di colonialismo, imperialismo, dominio e espansionismo nella sfera economica, sociale, politica e culturale; si dimostra, invece, favorevole all’eliminazione del razzismo e del sottosviluppo, per garantire la sovranità, la libertà e la sicurezza delle nazioni, la non ingerenza nei propri affari interni, il rispetto dell’indipendenza politica, economica e sociale e l’instaurazione di un ordine economico internazionalmente nuovo e giusto. La FSM riconosce come diritto fondamentale l’autodeterminazione dei popoli. È favorevole alla dissoluzione di tutte le alleanze e i blocchi militari; è contraria all’aggressione e alla guerra e promuove la distensione internazionale, l’instaurazione di una pace giusta e duratura, la coesistenza pacifica e la cooperazione reciproca vantaggiosa per le popolazioni. La FSM punta su: • Il diritto e la garanzia della piena occupazione. • Una legislazione di previdenza sociale totale ed adeguata, che protegga i lavoratori e le loro famiglie in caso di malattia o vecchiaia e che comprenda tutte le altre forme di assistenza a previdenza sociale. • La formazione, l’educazione e la cultura di tutti i lavoratori, permettendogli di avere accesso a tutti i ruoli di responsabilità e alle cariche in funzione delle proprie capacità. • La protezione dell’ambiente lavorativo, adottando misure efficaci per conservare e promuove le norme ecologiche e lo sviluppo sostenibile. • La democrazia sociale, economica e politica, la difesa e lo sviluppo dei diritti e delle libertà della classe lavoratrice e dei sindacati, il rispetto dei diritti umani e della Dichiarazione Universale dei Diritti Sindacali. • La prevenzione da una guerra nucleare e la dissoluzione di tutte le alleanze e i blocchi militari; è contro l’aggressione e la guerra e promuove la distensione internazionale, l’instaurazione di una pace giusta e duratura, la coesistenza pacifica tra tutti gli Stati, la cooperazione reciproca vantaggiosa tra le popolazioni e le nazioni, l’arresto della corsa agli armamenti, soprattutto quella nucleare e la completa proibizione ed eliminazione delle armi nucleari e la riduzione progressiva degli armamenti, fino ad arrivare al disarmo completo.

Metodi di lavoro Per portare a termine gli obbiettivi segnalati, la FSM applica i seguenti principi e metodi di lavoro: • La FSM utilizza costantemente forme di lavoro unitario e coopera con tutte le organizzazioni nazionali, settoriali e intersettoriali affiliate o meno, lottando per gli obiettivi comuni e per lo spirito di solidarietà internazionale della classe lavoratrice. • L’osservanza delle decisioni prese e della regolarità delle riunioni degli organi direttivi e delle assemblee regionali, settoriali e della FSM, così come la creazioni di commissioni di lavoro decise dagli organi statutari, costituiscono una delle forme di funzionamento democratico dell’organizzazione. • Viene riconosciuto il diritto delle organizzazioni che ne fanno parte ad elaborare indipendentemente il proprio orientamento, programma ed azioni, in base agli interessi dei lavoratori dei propri paesi, alle condizioni specifiche in cui si sviluppa l’attività e alle circostanze nazionali. • Le relazioni tra la FSM e le organizzazione che ne fanno parte si basano sul rispetto reciproco e sull’indipendenza reciproca, sulla piena uguaglianza di diritti e sulla non ingerenza negli affari interni.

È necessario sottolineare che l’adesione di una organizzazione alla FSM non costituisce, in nessun caso, abbandono o compromissione della sua indipendenza o autonomia. Allo stesso modo, le relazioni della FSM con le organizzazione che non ne fanno parte sono relazioni di cooperazione fraterna e volontaria per la ricerca costante degli obiettivi comuni e per l’elaborazione di azioni comuni. Con questo spirito, cerca contatti e stabilisce legami di collaborazione con altre organizzazioni sindacali internazionali, così come con quelle di tipo regionale o continentale.

Struttura organizzativa Il Congresso Mondiale dei Sindacati, massima autorità della FSM, si riunisce ogni 4 anni. Elegge il Consiglio Generale che invece si riunisce annualmente. Il Consiglio Generale elegge il Segretario Generale (la Segreteria Generale, altre cinque Segreterie e il Consiglio Presidenziale della FSM). Le Segreterie Generali della FSM sono state ricoperte da Louis Saillant (Francia, 1945-1969), da Pierre Gensous (Francia, 1969-1978), da Enrique Pastorino (Uruguay, 1978-1980), da Ibrahim Zakaria (Sudan, 1980-1990), da Alexander Zarikov (Russia, 1990-2005) e dal 2005 da George Mavrikos. La sede centrale si trova ad Atene. La FSM è organizzata in Uffici Regionali a livello territoriale e in Unioni Internazionali dei Sindacati (UIS) a livello settoriale. Gli Uffici Regionali sono i seguenti: • Ufficio Europeo; • Ufficio per le Americhe; • Ufficio per l’Asia; • Ufficio per l’Africa; • Ufficio per il Medio Oriente.

Le Unioni Internazionali dei Sindacati (UIS) sono: • Attività mineraria e metallurgica; • Agricoltura, alimentazione, commercio e prodotti tessili; • Servizi pubblici; • Energia, chimica e combustibili; • Lavoratori dei trasporti; • Costruzioni, attività forestali e materiali per le costruzioni; • Educazione; • Attualmente si sta lavorando alla creazione di una UIS per il turismo e per il settore finanziario.

LAB che, come abbiamo già detto, appartiene alla FSM dal XIV Congresso celebrato a L’Avana (Cuba) nel 2004 e dal 2008 è entrata nella Segreteria Generale della UIS per l’attività mineraria e metallurgica. Inoltre fa parte del Segretariato dell’Ufficio Europeo, insieme ad altri tre sindacati del continente. Partecipa anche in modo attivo alle varie strutture della FSM, mantenendo un coordinamento continuo con tutte le Unioni Internazionali dei Sindacati (UIS).

1 Tratto da Koaderno sindikalak - Abarrekoak, 2010. Pubblicazione del Sindacato basco LAB.

2 Pagina web OIT: www.ilo.org

3 Pagina web CES: www.etuc.org

4 Direttiva 94/45/CE e direttiva 97/74/CE.

5 Pagina web CSI: www.ituc-csi.org

6 Pagina web CIOSL: www.icftu.org

7 I dati relativi alla rappresentazione della CIOSL, del CMT e del CSI sono ricavati dalle loro fonti.

8 Pagina web CTM: www.cmt-wcl.org

9 La ELA aveva una doppia affiliazione e faceva parte sia della CIOSL che della CMT.

10 Pagina web FSM: www.wftucentral.org