Un “Trattato di Economia Applicata” concretamente moderno e scientifico

JAFFE HOSEA

L’attacco a questo libro ed al suo autore da parte della “sinistra” eurocentrica e degli accademici liberali, dei burocrati universitari e dei boss dei partiti politici è ormai conoscenza comune. Le loro futili frecce sono state indirizzate non tanto al famoso autore Luciano Vasapollo o alla sua posizione all’università la Sapienza, ma piuttosto alla filosofia marxista ed all’economia politica che questo libro abbraccia con il dovuto rigore e vigore. Questa ignobile vilificazione ha raggiunto tali proporzioni solo pochi mesi dalla pubblicazione del libro nel marzo 2007; perciò penso che non sarebbe inopportuno aggiungere due parole alla mia Presentazione (pagine xvii-xxi) dell’eccellente edizione Jaca Book. Il Trattato in una parte dell’accademia e da alcuni sedicenti economisti della sinistra radicale,o meglio radical chic e di potere a cui piace fare i baroni universitari, è stato accusato sopra tutto di essere un dogma vecchio stile, già superato dai significativi cambiamenti nella natura e nel modus operandi del sistema capitalista dopo la fine del secolo XIX. Nei decenni centrali del secolo “vecchio stile” (dal Manifesto Comunista del 1848, seguito dagli articoli anticolonialistici “Americani”, il Grundrisse e la Critica dell’Economia Politica del 1850, e, alla fine, dall’immortale Il Capitale del 1860) Marx pose la pietra angolare del Marxismo con la sua filosofia del Materialismo Dialettico e Storico. L’attacco della contemporanea sinistra-centrista o finta radicale e tendente a destra contro il marxismo,è arrivato ad un febbrile crescendo dopo la rivoluzione imperialista di USA e UE nell’URSS, Yugoslavia ed est Europa negli anni dopo il 1990-1,e ha fatto di tutto per seppellire Marx ed il marxismo. Secondo questa gente entrambi sono stati sepolti come reliquie preistoriche dal capitalismo che ha portato l’umanità alla “fine della storia” nel 2000. In opposizione a questa pura propaganda politica il Trattato di Vasapollo specificamente modernizza il Marxismo in concordanza con la sua intrinseca natura scientifica. Tutto questo diventa chiaro, per tutti quanti esclusi gli imbecilli, già dai titoli dei capitoli e sottocapitoli dell’”INDICE”. Il titolo stesso “Trattato di Economia APPLICATA” nomina enfaticamente questa modernizzazione, dicendo in pratica: “il Marxismo è scienza VIVENTE”. Questo è un anti-dogma. Ecco gli esempi di tali titoli dei capitoli e sottocapitoli: (a) Parte prima, capitolo 3, parte 5: “Per un uso dell’analisi marxiana nelle sfide attuali”. (p. 52-54). Qui il libro esamina (i) la pratica, quotidiana crescita della differenza tra “il vero valore della forza-lavoro ed il salario effettivo ricevuto”. (ii) “i nuovi processi di accumulazione del capitale immateriale”. (iii) “le nuove figure del lavoro, del lavoro negato, del non lavoro”. Questo studio moderno ed al passo con i tempi è rilevante non solo per l’economia politica del “Primo Mondo” dove vive e lavora 1/6 della popolazione, ma ugualmente per il “Terzo Mondo” re-invaso dal capitalismo globalizzante del “Primo Mondo”, per Cina e per Cuba. (b) Parte seconda, capitolo 2, parte 2: “Analisi critica del sistema di contabilità nazionale”. (c) Parte seconda, capitolo terzo, parte 2: “Verso una macroeconomia alternativa”. (d) “La “rivoluzione” di Keynes” (p.103) e “Keynes secondo Harrod” (p.104). (e) “Impresa pubblica socialista e rapporti sociali di produzione” (p.158). (f) “Nota su alcune concezioni “deboli” del marxismo ortodosso in particolare sullo Stato. Il contesto attuale del Profit State.” (p.184-188). (g) “Profit State versus Welfare State” (p.189-194). (h) “Il nuovo sistema: la globalizzazione finanziaria” (p.208). (i) “Il conflitto Nord-Sud ma anche Est-Ovest” (p.301). (j) “Il proletariato moderno nelle nuove contraddizioni capitale-lavoro” (p.441). (k) “Imperialismo e finanziarizzazione nell’attuale fase della mondializzazione”. (l) “Ricadute economico-produttive, e non solo, della competizione globale” (p.310). L’ultimo fa parte di un capitolo Marxista assolutamente moderno su “Imperialismo e Commercio Internazionale in Azione” (pp. 301-322) che rivaluta i moderni lavori anti-imperialistici dei Marxisti (incluso me stesso, e ne sono contento e orgoglioso dopo essere stato per tante decadi boicottato dalla “sinistra” Euroamericana). Qui Luciano Vasapollo sviluppa i teoremi storico-scientifici di Lenin sullo svolgimento colonialista ed imperialista dell’attuale modo di produzione capitalista. Infatti, il lavoro di Lenin che sviluppa quello di Marx è così utile alla natura e allo spirito del progresso scientifico come il lavoro di Einstein per superare Newton e Galileo. Gli studi di Lenin sulla realtà globale dell’imperialismo e il lavoro pionieristico di Hobson portarono Marx e il Marxismo nel secolo XX. Il Trattato, a sua volta, evidenzia leninisticamente la realtà pratica e soprattutto, in questo caso, la teoria dell’economia politica mondiale. Perciò questo Trattato è fedele al metodo scientifico. Esso è un moderno, scientifico libro di testo. Per esempio vi è la moderna analisi del “tasso di diminuzione del profitto”. Questa analisi è fatta in termini internazionali, considerando la compensazione, per mezzo della “globalizzazione” dei paesi del “Terzo Mondo”, del tasso di profitto decrescente dei paesi OCSE del “Primo Mondo” (pp.327 e seg.). L’invasione industriale di paesi semicoloniali (“Terzo Mondo”), specialmente del sud ed est Asia e la Cina, da parte dei giganteschi monopoli imperialisti è un nuovo fenomeno internazionale. Fino alla crisi del petrolio degli anni ‘70 i paesi coloniali e semicoloniali soffrivano della “fame industriale”, così chiamata dagli anti-imperialisti di quel tempo. Una delle maggiori differenze tra gli Stati imperialistici e quelli coloniali e semicoloniali era che i primi avevano più vasti settori di produzione industriale mentre i secondi li avevano più piccoli. Le semi-colonie e le colonie avevano di prevalenza i settori agricolo e minerario. Il loro lavoro a basso costo veniva sfruttato dalle imprese giganti imperialistiche agrarie e minerarie, sia nazionali che internazionali. Ma nell’ultimo quarto del secolo XX lo spesso critico declino del tasso di profitto nel blocco OCSE degli Stati imperialistici li ha costretti a trasferire ed aprire grandi blocchi di super-sfruttamento industriale nei paesi semi-industriali coloniali resisi più o meno recentemente indipendenti come la Malaysia, l’India, l’Indocina, le Filippine, la Corea del Sud ed infine anche nella non-coloniale Cina. Tale riflusso internazionale del capitale imperialista è scoppiato dopo che le controrivoluzioni capitaliste hanno distrutto la natura e le strutture socialiste prima della Yugoslavia e poi, tragicamente e super-catastroficamente, del prodotto della prima rivoluzione socialista - l’URSS. Questo brillante Trattato rimane fermamente fedele fino alla fine ai 72 anni della dura e coraggiosa vita dell’Unione Sovietica, a Cuba, e, permettetemi di aggiungere, alla difesa delle conquiste della rivoluzione cinese del 1949. Questo libro prende una coraggiosa e giusta posizione contro gli Eurocentrici di tutti i tipi che negano ed ostacolano le conquiste che continuano a beneficiare la vasta maggioranza di questa nazione che salvò e continua a salvare un quarto dell’umanità dall’occupazione imperialista, il supersfruttamento-genocida e le rapine. Vasapollo vede la NEP della Cina in questa luce. Le citazioni riportate nel libro, prese dagli scritti economici del primo ministro dell’industria e delle finanze della Cuba socialista Che Guevara, sono elencate nella estesa e aggiornata bibliografia. Pochissimi lettori sani di mente chiederanno “Perché il Che?”. E, giustamente, gli stessi pochissimi diranno: “Perché Fidel?”. Perché entrambi appaiono nel Trattato cosi alti e chiari come lo sono nella vita e nella storia della Cuba socialista. “Cuba socialista!” esclamano i Rifondaroli ed altri Eurocentristi globalizzati. Sì, risponde il Trattato: “Cuba socialista!” Una volta Fidel stesso andò a sentire il famoso economista filosofico Iztvan Mezoras, il quale gettò acqua ghiacciata su chi era scivolato nell’acqua sporca del bagnetto “dell’imperialismo di stato” e dell’anarchica esagerazione accusando follemente di “dittatura” Castro. Un vero peccato che Iztvan non abbia avuto pensieri così chiari per quanto riguarda la Cina! Più o meno la stessa cosa si può dire sull’accettazione da parte anche di piccolissimi gruppuscoli della sinistra della miserabile teoria di Tony Cliff (il quale per alcuni anni degli anni ‘30 ha seguito Trotsky, finchè è caduto nella propria trappola del “capitalismo di stato” - respinto già da Trotsky nel 1930 nel suo epico “La Rivoluzione Tradita”) definendo non solo la grande Cina ma anche la piccola Cuba “capitalisti di stato”. Il Trattato si regge saldamente sulle gambe di Marx e Lenin contro l’anti-scientifico e politicamente motivato “capitalismo di stato”, che in realtà è il neoliberismo nelle vesti della sinistra Eurocentrica. Vale la pena di notare: Il Trattato fa grande uso delle contribuzioni al Marxismo moderno da parte di ex-Stalinisti come Hobsbawm e di “Trotskisti” come Ernest Mandel (la voluminosa corrispondenza tra Mandel e me purtroppo giace nel mio studio ancora non pubblicata). In entrambi i casi, del resto come sempre, Luciano Vasapollo ha dimostrato che il suo lavoro è libero dai pregiudizi e dalla dipendenza dal partito, per arrivare ad un Marxismo assolutamente moderno e scientifico. Il suo Trattato è moderno e scientifico agli occhi di qualsiasi lettore o critico che non soffra di pregiudizi di un più o meno velato e miserabile antimarxismo.

Prof. Univ. di Cape Town Sudafrica